di Giacomo Carioti
Di Battista ha annunciato di non candidarsi alle prossime elezioni.
Dice di voler fare nuove esperienze: viaggiare e dedicarsi al figlio (ammesso che le due cose concordino fra loro…).
Lo fa anche per il bene delle 5 Stelle: pur viaggiando e dedicandosi alla famiglia, sarà anima e corpo in campo con il Movimento. Come dire: una energia spettacolare, e giornate da 48 ore.
Mettendo da parte le considerazioni immediate, che vantaggio può venire al M5S dalla assenza di Di Battista …dalla lista? Rispondendo d’acchitto, nessuno.
Anzi, paurosa perdita di voti, quelli dei suoi estimatori, la maggior parte dei quali vede in lui l’incarnazione più autentica del Movimento, e, al tempo stesso “l’altra metà del cuore”. Una “metà del cuore” che determinerebbe la sicura sconfitta alle elezioni, e quindi l’affossamento del miraggio premierato…
E’ accettabile un simile scenario da parte di Grillo e Di Maio? Certamente no.
Allora?
Allora, deve esserci dietro qualcosa di diverso.
Cosa?
Di Battista capo del Movimento, con interruzione del “capestro” delle due legislature, e ricostituzione del “castelletto” dopo il quadriennio sabbatico della Camera?
Questa ipotesi potrebbe essere avvalorata da eventuali previsioni comunque negative sull’esito elettorale, al fine di ricompattare le strategie future.
Oppure, decisione revocata a furor di popolo prima delle nuove elezioni, sulla spinta ineluttabile della speranza di vittoria?
Questa ipotesi potrebbe essere avvalorata dall’eventuale consolidamento di previsioni positive, con enorme ricarico di consenso e di carisma per l’Alessandro, con tutto ciò che ne consegue…
In ogni caso, altro che insano proposito…
Giacomo Carioti