di Maurizio Liverani
Alla direzione del Pd Matteo Renzi ha portato la pioggia scintillante di un ghigno poco rassicurante. E’ bastato che Gianni Cuperlo, con un’aria da dandy di “fresca data” e con un sorrisetto da roditore, muovesse appunti alla sua politica che il compunto capo del governo e segretario del partito si spogliasse di ogni apparenza mite, mostrando di essere capace di qualunque eccesso. Cominciando con senso sospiroso, Cuperlo (foto) ha svolto un ragionamento incoraggiante alla unificazione del partito, mai così scricchiolante, e a una più larga attività a favore delle classi lavoratrici; è capace di assumere parti differenti; nessun ideale lo tiranneggia, tutto è fatto in vista di un suo particolare dandismo. Nella sinistra si è sempre avuto un certo culto per il ben vestire. Solo nell’eleganza può albergare una coscienza nuova. Palmiro Togliatti ha insegnato che bisogna blandire le classi agiate e stare lontano da discorsi ingarbugliati alla Aldo Moro. Con questa tecnica il partito è riuscito a strappare la ricca borghesia ai pochi talentuosi leader democristiani. Morto Togliatti, gli aspiranti eredi si sono passati crudelmente a fil di spada. Dilacerare e smembrare l’avversario, per molto tempo, fu il gioco preferito dei marxisti “teatranti”, tutti desiderosi di mettere la fiaccola sotto il moggio del quattrino. Prevalse, per via dei beni posseduti, Enrico Berlinguer che riscosse molti elogi da parte di chi è sempre stato ingordo di denaro e non soltanto sollecito di elevati pensieri. Insomma, il “marx-dandismo” diventò quasi una “fede” e con una fede non si polemizza. Oggi, nel mondo di sinistra tutti sono contro tutti, dopo anni di riverenze insincere. Questa volta potremmo essere alla resa dei conti anche a causa della crisi e del sovvenzionamento incerto, mentre gli altri partiti dimostrano indifferenza verso i grandi nomi dell’intelligenza. Gli uomini, i suoi uomini, Togliatti li usava come mollette per appendere i suoi “panni storici”. Senza questi, gli uomini del partito somigliano a quei personaggi monologanti di Beckett che attendono un “Godot”. La cosiddetta sinistra d’avanguardia questo “Godot” non sa dove cercarlo. Convinto di essere nato sotto il segno zodiacale giusto, Matteo Renzi si è legato stretto stretto al vertice del partito. Non può offrirsi al colpevolismo spendaccione dell’Europa unita dove si avverte un crescente disfavore verso questa incauta fusione.
Maurizio Liverani