LO SDEGNO IN DISUSO

di Maurizio Liverani

Al male ormai ci si abitua. Anzi, non suscita più scalpore. Diventa merce ordinaria quanto più diventa orrendo e crudele, come è successo a Macerata. L’islamismo combatte tutta la vita spirituale che si sottrae al suo controllo. La domanda che i cristiani si pongono (ma non se la pongono le autorità spirituali) è, dunque, questa: dobbiamo convivere con un nemico che ha bisogno di distruggere, più che il cristianesimo, la civiltà occidentale per restaurare il suo regno? Tra gli scritti di Albert Camus c’è un “rimprovero” che mosse, nel 1948, nel convento domenicano di Latour-Maubourg, al quale era stato invitato per rispondere a questo quesito: “Cosa vogliono i non credenti dai cristiani?”. Ai presenti Camus parlò chiaro: “Perché non dirvi che ho atteso per tanto tempo, per tutti questi anni spaventosi che una gran voce si facesse sentire a Roma? Sì, io miscredente. Perché sapevo che lo spirito si sperde quando non lancia alto contro la violenza il grido della condanna. Dicono che questa voce si sia fatta sentire. Giuro che, come me, milioni di altri uomini non l’hanno udita, e questo proprio in un momento in cui nel cuore di tutti, credenti e miscredenti, regnava una solitudine che dilagava man mano che i giorni seguivano ai giorni e che i carnefici si moltiplicavano”. Questa domanda bruciante si ripropone oggi. Gli europei sono stanchi di parole che, partendo dalla universalizzazione della colpevolezza, in fondo assolvono tutto. Sia che aggredisca o venga aggredita, la civiltà occidentale è sempre l’obiettivo. Quanto è avvenuto a Macerata solleva proteste, ma gli italiani sanno per esperienza che “la grande voce” vaticana di condanna non si farà mai sentire. La Chiesa con questo papato ha abbandonato i credenti a combattere da soli la battaglia e si illude di darsi un titolo di nobiltà continuando a piangere ipocrite lacrime sulle vittime. La buona volontà si misura sulla base dell’impegno nel presente. Perché la Chiesa cattolica, nella faccenda del medio oriente, ha imboccato la strada dell’indeterminatezza, in modo da non scontentare nessuno. Favorendo, speriamo involontariamente, la secrezione accelerata dell’anti-islamismo della Lega e del permessivismo della sinistra. La Chiesa cede alla tentazione di non precisare i bersagli. Un atteggiamento di grave debolezza che lascia privi di “bussola cattolica” i cristiani e non cristiani di tutto il mondo. Essere cattolici o non cattolici non vuol dire chiudere gli occhi, ma tenerli spalancati, pronti a scoprire e combattere il male senza preoccuparsi se le condanne possano piacere o dispiacere.

Maurizio Liverani