FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
LOGORE STRATEGIE
“Temo che la destra approfitti della stupidità della sinistra per bearsi della propria stupidità”. La critica che ha prevalso fino a poco tempo fa prima di andare in rovina ciecamente identificava i principi politici con la loro importanza letteraria. Oggi più di ieri non si può chiedere a uno scrittore di essere orientato a sinistra piuttosto che a destra. L’”engagement” ha ormai smesso di essere garanzia di intelligenza. E’ stata voltata una pagina. “Provate a essere liberi – scrive Emil Cioran nel ‘Sommario di decomposizione’ – morirete di fame”. I nostri partiti non hanno alcuna sensibilità per le questioni dell’intelligenza, anzi, sono diffidenti, ostili. Sono al potere da tanti anni e non hanno fatto nulla per la cultura. Non è che abbiano sbagliato nei tentativi di averne una loro; hanno semplicemente saltato il problema.
Giulio Andreotti, a proposito di Amintore Fanfani che fu il primo, con Aldo Moro, a tentare scabrose iniziative di intesa con i comunisti, diceva: “Certo non sarà ricordato per la sua cultura”. Il divo Giulio faceva andare su tutte le furie il povero Donat Cattin, spalla della sinistra, ripetendo che gli anticomunisti democristiani sono longevi mentre i filocomunisti non sono né arzilli né longevi.
E’ stata la sinistra a introdurre questa distinzione “destra-sinistra” perché ha sempre mirato a ridurre un autore al ruolo di educatore e di celebrità per fini di parte. Il Pci ha chiesto agli artisti di trasformarsi in tribuni classificando di destra quelli che hanno opposto un rifiuto a un impegno politico meccanico. Anche Pasolini – come dimostra il postumo “Petrolio” – si era congedato da un “engagement” a senso unico.
Tutti a sinistra fanno un gran uso di quella macchina divertente chiamata “sovversivismo in pantofole”. Non è una colpa ma un titolo di merito che molti specialisti riconoscono in Pier Luigi Bersani, uno slombato cavallo che tira avanti la carretta pur di addentrarsi nei meandri governativi. Il premier Conte, agli sgoccioli, sarebbe disposto a rinchiuderlo nella Bastiglia del potere. Questo “passaggio” creerebbe un’impressione penosamente stupefatta nell’elettorato di sinistra. Nessuna meraviglia che ci sia il riflusso nel “privato”.
MAURIZIO LIVERANI