L’OMBELICO DEL MONDO

di Maurizio Liverani

“Pe’ na testa accussì, caro Marforio, la mejo corona è un sospensorio”. Con questi versi di Trilussa i diccì più illustri hanno sempre alluso alle capacità politiche di Romano Prodi il quale, in vista delle prossime elezioni, per riacquistare la stima e l’amore dei colleghi, ha bruciato tutti sul tempo annunciando di essere pieno di vitalità. Con la sua aria di “pupone” ha estratto dal cesto delle tradizione di casa Dc uno stile da capomandria; cioè, si è deciso di fare di testa sua dimenticando che nessuno lo rimpiange. Astuzia, sterile machiavellismo fanno di Prodi (“ciula” per i piemontesi) il perfetto democristiano, smontabile e rimontabile a piacimento secondo le circostanze. Per non farsi soverchiare si atteggia una volta intransigente e subito dopo accomodantissimo; una volta  a destra e un’altra a sinistra. Preferisce, oggi, essere “vassallo di se stesso”. Una volta, da buon masochista avvertiva come un piacere mettersi al servizio della famosa Quercia e di suggerire a Ciriaco De Mita gli insulti perché si ritorcessero contro di lui. Oggi pedala meglio nel mondo dei concetti e delle parole; qualche volta vuol farsi notturno alla maniera di Aldo Moro, per il quale l’importante era essere un enigma e far mostra di esserlo. Insomma, si fa capire; non è più come quando nell’Ulivo era un premier “rebus”. Allora i ministri non si sincronizzavano con lui che, impavido, ostentava la vitalità di Robin Hood. In questo momento ognuno è in attesa di snocciolare la propria pappardella; intanto Prodi, per non appassire subito a fantoccio, si comporta da uomo nuovo, pieno di prestigio, impegnato a sminuire l’importanza dei rivali, soprattutto di quella di De Mita il quale, nella ricerca furiosa della rimonta, pur essendo alle soglie dei novant’anni, vuole incutere paura. Romano, al cospetto di Ciriaco, fa la figura della giovane mangusta che spia le mosse del cobra da dietro un sasso. Con il volto ringiovanito, ha invitato la stampa a non mancargli di rispetto e di cristallizzarsi intorno a quello che dice. Ma sono in tanti a sbirciare, in questo freddo inverno, la volontà di potenza di Nietzsche e a meditare su questa massima: “La morale è da oggi annullata (vedi il caso Raggi, ndr). Una cosa sola resta: io voglio”. Non arrivano alle orecchie del M5S gli insulti degli italiani. Intanto Prodi si vede come l’individuo più unico; incorona e detronizza secondo le sue antipatie e simpatie.

Maurizio Liverani