di Maurizio Liverani
Si profilano tempi arcigni tra gli Stati Uniti e la Russia. Barack Obama ha ancora tempo per conferirsi un piglio battagliero verso Vladimir Putin. Ha cessato, dopo la rivelazione che agenti russi hanno “falsato” l’esito delle elezioni alla Casa Bianca, di essere “sfasato”. A Mosca comanda un comunista che si camuffa da gentleman, ma di cui non ci si può fidare; cova nella testa i pensieri assassini del “panslavismo”. Tra i milioni di migranti provenienti dall’Africa sono legioni quelle armate di kalashnikov che arrivano in Europa. Non si ha notizia che compiano imprese terroristiche in Russia. Il comunismo è sempre vivo. Gli Stati Uniti e i più importanti Stati europei “puzzano” di omicidi razzisti. Solo la Polonia sa come difendersi da questi criminali dopo l’ultima guerra. A Varsavia si sospetta da tempo che i servizi segreti operano, ben protetti dal comunismo locale, per destabilizzare gli Stati che sono stati avversi all’Unione sovietica. Varsavia non si fida di Putin mentre a Berlino, a Parigi, a Londra, sino a poco tempo fa, ci si illudeva fosse cessata la guerra fredda. Obama si infuria al pensiero che le ultime elezioni abbiano avuto un corso innaturale per opera dei servizi segreti russi. Trentacinque funzionari inviati da Mosca sono stati rispediti nella culla del comunismo. Si fa più chiara la politica di Putin. La Russia, secondo alcuni osservatori, è quella di sempre, ostile all’Occidente. Il mondo è precipitato in una tale confusione della quale Mosca approfitta per rendere fattibile il piano di Putin: suscitare, soprattutto, il caos nel mondo occidentale e minare il prevalere degli Usa. Il tempo per sovietizzare la civiltà è lungo, ma va riempito di attentati, di stragi, di guerre apparentemente immotivate. L’importante è instaurare il terrore in attesa che lo stalinismo riprenda fiato. Obama, a questo punto, è costretto, anche per il breve tempo che gli resta per gestire il potere, a svelare queste manovre che illustri studiosi segnalano, inascoltati da chi crede che il comunismo appartenga al mondo delle cose morte. L’ex agente del Kgb spera soltanto che Donald Trump non abbia aperto gli occhi dopo la furiosa reazione di Obama.
Maurizio Liverani