LUIGI DI GIANNI, CINEASTA. LA SCOMPARSA DI UNA GRANDE PERSONA
E’ morta una grande e cara persona, cui ci legava, oltre la profondissima stima, un grande e sincero affetto: Luigi Di Gianni, autore, ricercatore e docente di cinematografia di straordinario valore.
Soprattutto, un uomo buono, sensibile, semplice, lontano da tutto ciò che poteva corrompere la purezza assoluta di un percorso culturale rigoroso.
Per una persona del genere non servono grandi discorsi, poiché le parole non possono rendere il grado dei sentimenti, che restano nel cuore di chi oggi sente la sua mancanza.
Del resto, le notizie sul suo impegnatissimo itinerario esistenziale, artistico e culturale, sono oggi ovunque ampiamente diffuse e reperibili. Posso aggiungere solo qualche breve annotazione personale.
Ci conoscemmo in circostanze “elettriche”: la proiezione per i critici del suo film “Il tempo dell’inizio”, cui assistetti insieme a Rossella, mia moglie.
Fui l’unico ad intervenire al termine, e fu un intervento polemico: ma quella polemica, accesa ed anche aspra, fece nascere fra noi un legame indissolubile, grazie alla estrema sincerità e lealtà delle nostre argomentazioni.
Il giorno successivo ci telefonammo lungamente: eravamo diventati grandi amici.
Cominciammo a frequentarci, anche con grande assiduità, spesso a cena insieme, in uno spirito fortemente familiare, coinvolgendo anche le reciproche amicizie più care.
Nel corso degli anni, ed anche dei decenni, abbiamo condiviso molte idee, molti progetti e molti sogni, spesso irrealizzabili: ma anche il solo parlarne ci dava grande respiro e allargava i nostri orizzonti.
In questo lungo tempo, ci sono anche stati periodi di lontananza e di silenzio: ma ad ogni nuovo incontro era come essersi lasciati il giorno prima.
Tutta la mia famiglia ha imparato ad amarlo, da lui ricambiata. I miei figli, Emanuele e Daniele, hanno sempre, fin da bambini, percepito, insieme all’affetto, il suo carisma di “maestro”. Divenuti giornalisti, lo hanno più volte incontrato anche per ragioni professionali. A loro si deve l’ultima intervista di Luigi Di Gianni, nel novembre 2017. La foto che pubblico è di quel giorno.
Quando, negli ultimi tempi, andavo a trovarlo già infermo, lo rendevo felice portandogli una Sacher Torte, il dolce prediletto, e lo facevo sorridere promettendogli di portarlo a teatro -che tanto amava- non appena si fosse procurato una carrozzina ed un mezzo adatto.
Ci siamo sentiti l’ultima volta pochi giorni fa. Pochissime parole, con voce bassissima: “Non mi sento bene”. Mi ripromisi, al primo miglioramento, di tornare subito a trovarlo.
Il mio rimpianto è di non aver fatto in tempo, né a portarlo a teatro né ad offrirgli un’ultima fetta di Sacher.
Ciao Luigi, un forte abbraccio, da tutti noi.
Giacomo Carioti