LUNGO RISTAGNO, OVVERO: UNA BUFFONESCA AGONIA

di MAURIZIO LIVERANI

LUNGO RISTAGNO, OVVERO: UNA BUFFONESCA AGONIA

Dovessero piovere coccodrilli, i rappresentanti dei partiti e delle istituzioni non rinunceranno mai all’estasi delle mani pulite. A togliere loro questi grilli dalla testa arriva, puntuale, la magistratura che parla ā€œa nuora perchĆ© suocera intendaā€. Dietro questo accanimento potrebbe nascondersi (il condizionale ĆØ d’obbligo) il tentativo di sovvertire lo Stato e sostituirlo con una tirannia di ā€œRobespierreā€.

E’ folle, ai tempi nostri, lo spostamento a destra come un vantaggio di qualche privilegiato; se fosse cosƬ questo spostamento – come dicono i sondaggi – non sarebbe tanto massiccio. Le classi medie hanno posto fine alla contrapposizione, sfruttata dalla malafede elettorale, di quei partiti di sinistra che, dove hanno agguantato il potere, hanno prodotto un ristagno aggravato, ora, dalla pandemia.

L’epoca dell’antiberlusconismo ĆØ finita da tempo. L’opinione pubblica si ĆØ resa conto che in Italia si prolunga da troppi anni l’”agonia dell’indistruttibile”. Un’agonia che tocca un paese in cui il vincolo tra gli elettori e i partiti si ĆØ spezzato. Rimane valida la rivelazione di Giuliano Amato, famoso per tante cilecche ma, soprattutto, per aver detto una veritĆ : ā€œNel nostro paese alla dittatura di un solo partito ĆØ subentrata la dittatura di alcuni partitiā€.Ā 
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Ā MAURIZIO LIVERANI