MA SILVIO CHE FA? PUNTA SEMPRE IN ALTO…

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

MA SILVIO CHE FA? PUNTA SEMPRE IN ALTO…

Il fatto è questo: il berlusconismo esercita su molti italiani un effetto costante. In un articolo su “il Giornale”, ricorrendo a un linguaggio pacato, Silvio Berlusconi ripropone la sua leadership in cui sono in tanti a credere. “Stiamo vivendo un dramma collettivo che riguarda tutti e che cambierà profondamente il nostro modo di vivere per anni”. Vuol dimostrare che al punto in cui siamo arrivati la distinzione tra le diverse fazioni politiche, che si sono “azzannate” screditandosi nel tempo, è superflua. Silvio è un personaggio attuale divenuto ormai il simbolo di un cambiamento radicale. Propone uno stile più educato per consentire ai politici di crearsi un alone di “gente a modo”, capace di dialogare senza attingere al lessico sbracato dei tifosi da stadio. In lui emerge la preoccupazione di fare qualcosa di “riflessivo”. In Italia è sempre esistita, con il fascismo e il postfascismo, l’anima dei moderati, i più esperti della politica. I tecnocrati della protesta non hanno nulla in comune con gli altri tecnocrati; la loro meta è quella di dividersi il potere come fanno i gangsters quando spartiscono tra i loro clan le zone di influenza. Una verità è certa: la nostra “democratura” è malata perché delega i posti di potere a uomini di origine democratica incerta e pericolosa. Berlusconi non è un democratico immaginario, con lui al potere non avremmo un governo di sensi unici e di divieti. Al fuoco del trasformismo sarebbe stato facile per Silvio di mettersi sul quadrante della Storia facendo scoccare l’ora, ormai inderogabile, di un partito liberale. Il timore che l’attuale premier Conte voglia presentarsi all’elettorato con un suo partito, composto di democratici immaginari, ha ridestato un’ansia di presenza politica in Silvio Berlusconi con una formazione  che non sia la fotocopia del passato e la ripetitività dei soliti motivi. Le future elezioni dovrebbero segnare un mutamento in nome di un superamento epocale. Quello che attendono gli autentici liberali.
MAURIZIO LIVERANI