di Maurizio Liverani
Il politico, anche in Francia, per supplire a uno svuotamento di idee e contenuti cerca di enfatizzare la sua importanza ricorrendo al trucco, al cosiddetto āmaquillageā che consiste nel conferire fascino soprattutto a un volto che di fascino ne ĆØ sprovvisto. Emmanuel Macron, per rendersi meglio accetto alle telecamere e ai fotografi, ha speso 26 mila euro in tre mesi. Se i nostri politici ricorressero allo stesso trucco, forse, potrebbero meglio camuffare la loro pochezza. Ora sappiamo dalla rivista āLe Pointā che il giovane premier, oltre a migliorare le fattezze del suo volto, vuol farci sapere di essere disposto a cambiare le āfattezzeā della sua politica; non nasconde di aver indossato per la cerimonia dell’insediamento all’Eliseo un abito costato 450 euro. La cospicua somma che riceve la sua truccatrice corrisponde al triplo di quella spesa da Hollande. Sarkozy, per il āmaquillageā, non andava oltre gli 8 mila euro al mese. Che nel mondo politico italiano ci sia qualche parlamentare che faccia ricorso al metodo Macron per rendersi piacevole ĆØ ipotesi da non scartare. Per caritĆ di patria tolleriamo che ne facciano ricorso soprattutto le donne, le quali, perĆ², ne fanno uso quotidianamente. Il trucco rispecchia l’ideale che sorregge i politici di tutti i Paesi in questi ultimi tempi: l’ideale di apparire telegenici e di reggere con la maestria di un divo i primi e primissimi piani. Alla cultura del pensiero si ĆØ sostituita una cultura āvisivaā; la televisione sottolinea nel volto i tratti da cui si ricava il valore del soggetto inquadrato. Mario Monicelli, servendosi della macchina da presa, aveva intuito che Vittorio Gassman era un buon attore a teatro, in grado di diventare ottimo grazie all’obiettivo il cui occhio ĆØ unico e sbaragliante. Con āI soliti ignotiā Monicelli ha dimostrato che l’attore aveva una gran voglia, conculcata dai coturni del teatro classico, di ridere. Autore curioso e indiscreto, il regista ne ha captato le grandi risorse di attore cinematografico. Gassman ĆØ stato tutto cinema; in parte teatro. Il cinema vive soprattutto di volti truccati e non. Monicelli non ha avuto niente a che fare con la montatura macchinosa e stridente del ācinema impegnatoā. L’ultimo film che ricordiamo ĆØ āEsercizi di stileā, ispirato allo scrittore francese Queneau; un filmino di cinque minuti in cui ĆØ ricostruita una famosa comica di Chaplin. Un ponte levatoio di legno, durante una pausa di un cantiere edile, consente a Charlot di consumare il primo, il secondo e il dessert; di fare un pasto completo al posto del misero panino. āUna comica, come uno spot, puĆ² giungere a una allegoria. Sono sicuro -disse il regista- che tra non molto si faranno film brevi, tutti raccolti in una pellicola normaleā. Tutto si abbrevia, l’importante ĆØ la prima apparizione. Magari ricorrendo, appunto, al āmaquillageā.
Maurizio Liverani