FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
MANCA L’ARIA
La “mondanità chiacchierina”, così la chiamava Prezzolini, è soddisfatta della stagnazione politica e sociale cui il governo Conte condanna il Paese. Matteo Salvini è impaziente e trasforma il suo consistente partito in un “cenacolo” di maldicenti. Qualcosa di vero c’è: teme la subalternità della democrazia a un partito unico, non troppo diverso da quello che ci ha governato per vent’anni con Mussolini. Sembra di essere tornati ai tempi in cui sugli italiani cadde addosso lo scioglimento dei partiti patteggiato dal Vaticano con il Duce.
La nazione politicamente prostrata, in contrasto con i riti della villeggiatura, si affida al revival della fede e dell’antifascismo. Siamo ancora una volta di fronte al “che fare?”. Non c’è che un ristretto margine di tempo per scongiurare il peggio. La Tv pigia, come nel ’60, sull’acceleratore della condanna del passato.
Torna in mente il proverbio cinese che lega in sette parole, indissolubilmente, una saggia moralità con una visione frenetica. “Chi cavalca la tigre non può scendere”.
Il venire al mondo, come si diceva una volta, comincia a essere considerato un’atroce calamità. Non solo non si produce lavoro ma decrescono – il tempo ce ne dà continuamente conferma – gli addetti a questa attività che, si diceva, “nobilita l’uomo”. Il pianeta è super popolato nonostante le scorrerie del nuovo virus.
C’è posto anche per qualche giornalista di destra purché s’impegni a rispettare le regole del padrone di sinistra.
Sopravvive una sola differenza: la sinistra conserva tutta la propria arroganza mentre la destra, in cambio, lascia passare la menzogna.
MAURIZIO LIVERANI