Maurizio Liverani
Il cosiddetto “ricambio generazionale” ha indotto milioni di italiani a illudersi, meglio, a sperare che i partiti nascenti siano impregnati di uno spirito nuovo. La prima importante prova per dimostrare che con essi il disco della politica cominci a girare nel senso giusto è stata offerta con le elezioni dei presidenti del Senato e della Camera. La coalizione di destra si è presentata come un astro lucente di quell’universo caduco della politica come siamo abituati a sopportare. Dopo il “bello scherzo” fatto da Matteo Salvini ai suoi alleati, siamo costretti a essere, per il momento, perplessi. E’ questo il mondo nuovo promesso? La triade che compone la destra è subito apparsa traballante quando Salvini, opponendosi alla candidatura del prescelto di Silvio Berlusconi, ha violato il patto. Il nome del leader della Lega ha cominciato a tintinnare sotto la volta di una coalizione tutt’altro che unita. Un evento che già annuncia l’assenza di una vera collaborazione e ci autorizza a prevedere il risveglio di un “rieccolo” che si era addirittura dimesso dal Pd dichiarandosi sconfitto. Oggi Matteo Renzi parla con lo stesso entusiasmo con cui esaltava il partito alla vigilia del voto. Sembrava un rappresentante di commercio che elenchi i pregi dei suoi prodotti. Gli avversari vedevano in queste sue scalmane la conseguenza del narcisismo dei salotti progressisti; che non si trattasse del solito divismo di sinistra si è capito subito. Salvini non è stato leale con Berlusconi. Sta conducendo un gioco subdolo che dovrebbe portarlo a soffiare a Luigi Di Maio la carica di capo del governo. Nella coalizione di destra si comporta come un cane sciolto senza collare; è un fenomeno che si ripete spesso nella politica italiana e che ha illuso gli elettori a considerarlo con stima come rinnovatore della specie, degradatasi in questi anni, dei politici italiani. La messinscena è stata subito ridicolizzata dalla stampa di destra che, pur parteggiando per Berlusconi, non ha mai lesinato elogi per l’operato del leader della Lega. A metterli in guardia è stato un murales che mostra Di Maio e Salvini che si baciano appassionatamente. Questo che sembrava uno scherzo è diventato il “pollice verso” per la coalizione vincente alle urne. Finita la commedia degli insulti sopravvive, dunque, quella degli inganni. Il leghista, dopo aver raccattato voti anche nelle zone mafiose, ora raccoglie asprezze. E’ questo il modo nuovo di condurre la politica? Le aspirazioni della destra, comunque vadano le cose, sono state mortificate. Berlusconi lascia che venga alla luce il doppio giochismo di Salvini. Matteo Renzi, che ormai tutti credevano “assorbito” dall’oblio, può prendersi una rivincita: “Ve l’avevo detto!”; e spalancare davanti a sé nuove possibilità di rientro in campo.
Maurizio Liverani