di Maurizio Liverani
Con stupore abbiamo udito un sacerdote di un paesino semidistrutto dal terremoto rivolgersi al Sommo con queste parole: āDio ci sei?…ma ci sei davvero?… che stai facendo?ā. Accortosi di aver usato un linguaggio piĆ¹ consono a un sacrestano, ha cominciato la lacrimosa litania sull’accanimento del sisma che ha demolito paesi interi. E’ la prima volta che un subalterno abbia quasi trascinato alla sbarra degli imputati il Creatore. Si ĆØ subito ripreso adattandosi al tono lagnoso di questi momenti chiesastici in cui le vittime si rivolgono in alto quasi a chiedere perdono di essersi abbandonati al lamento. Ricordo che il terremoto ha fatto quasi trecento vittime, sono crollati piĆ¹ della metĆ degli edifici. Al āgiusto sdegnoā previsto dal Vangelo, i fedeli hanno preferito rientrare nell’alveo della sottomissione e hanno pregato perchĆ© le anime dei morti siano almeno accolte nel regno dei cieli; i corpi giacevano nei bauletti funebri. Nell’omelia del sacerdote ĆØ scaturito il sospetto che tra i credenti dalla faccia scettica si fosse fatta luce una non credenza: quella sostenuta da Giacomo Leopardi, nato a Recanati, il quale non ha mai creduto nel soprannaturale. Nelle scuole si studiano le sue stupende poesie ma non il suo pensiero filosofico al passo con quello moderno. Papa Francesco, gesuita, si ĆØ detto addolorato ma non nella misura con cui ha manifestato lo stesso sentimento per la strage dei musulmani. E’ questo il punto dove, in Vaticano, si incentra il contrasto tra i cattolici veri e i filo-islamici. Il cosiddetto dispotismo di Francesco, con il disastroso cataclisma, si va accentuando; per ogni avvenimento grave, chi gli ĆØ ostile cerca profondi significati cercando sin nel canestro della biancheria. Sicuramente ĆØ proibitoĀ contraddirlo quando le cose non vanno nel senso voluto dal Vicario di Cristo. Ma ora, come abbiamo detto all’inizio, dalla periferia giungono i primi malumori; si chiede quello che i credenti non hanno mai osato pensare: che Dio si faccia conoscere non attraverso i suoi mandatari eĀ consenta ai suoi vicari di affrontare, con cristiana tolleranza, i punti ancora oscuri di questa religione che attraverso i secoli ĆØ stata responsabile di tante sciagure al pari di altre dottrine. E’ ora, forse un po’ tardi, di chiarire il paradosso di Marx āLa religione ĆØ l’oppio dei popoliā, scavalcata su questo punto dalla ragionevole scienza.
Maurizio Liverani