NAVIGAZIONE AZZARDATA

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

NAVIGAZIONE AZZARDATA

Quello che in questi anni ha pensato il Paese è sempre contato poco; oggi accade l’inverso: al Paese interessa poco quello che accade nel mondo della politica, soprattutto da quando le magagne degli “dei” della politica hanno molto in comune con il malaffare.

E’ dal dopoguerra che la selezione professionale cede il posto alla classificazione politica. Questo declassamento rientra nel “folclore politico” da quando, negli anni ’50, sull’”Unità”, Tommaso Chiaretti amaramente notò che l’Italia gli sembrava un democrazia basata sul Lotto; da qui nacque “lottizzazione”.

Si è arrivati a sostenere che per risolvere la battaglia della disoccupazione bisogna togliere gli anziani dai posti che occupano per assegnarli ai giovani. Per anni e anni si è sostenuto che bisogna fare piazza pulita dei professionisti partitici. Questo “levati di lì che mi ci metto io!” si dovrebbe praticare su scala nazionale; questa cinica formula è la sigla dell’avvenimento che si annuncia già dalle premesse destinato al fallimento.

Non c’è nei programmi alcuna testimonianza di iniziative. Da ogni parte si grida che bisogna fare tabula rasa del governo Conte. Le larghe intese, gli inciuci, turpi ma terapeutici, fioriscono quasi ogni giorno. Il primo ministro si intestardisce in una navigazione azzardata accompagnata da una “presina di dissenso-consenso”.

Dietro questo nichilismo, tra la paura di perdere le sovvenzioni e l’incubo di un partito da soddisfare, è nata una generale ruberia che ha favorito i “nuovi”. L’enfasi con cui si sono presentati come “anime belle” si è impoverita fino a sconfinare con la presa in giro.

Hermann Hesse, nelle sue “Letture da un minuto”, scrive: “Dovunque, il politico è tutto per la rivoluzione, per il disarmo, ma solo dalla parte del nemico, non certo dalla propria”. A questo autore va il merito di aver aperto gli occhi sulla vera essenza dello “stalinismo in senso lato”.
 
MAURIZIO LIVERANI