NAZARENO CI COVA

di Maurizio Liverani

Un compromesso tanto più ha successo quanto più riesce a non farsi riconoscere in anticipo. Ha bisogno, cioè, dell’elemento sorpresa. Pochi giorni fa è stata offerta un’intervista a Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, in cui tesse l’elogio di Matteo Renzi, attribuendogli le stesse qualità che Silvio Berlusconi gli riconobbe quando apparve alla ribalta della politica nazionale. Contemporaneamente a questa intervista densa di riconoscimenti, Berlusconi segnalava ai suoi, come premier da sostenere, Antonio Tajani il quale avrebbe il merito di aver conquistato molti punti nell’Unione Europea. La sorpresa ha destato un grande sconquasso nelle file della destra. il viso di Matteo Salvini è apparso viscoso, torbido come uno sciroppo andato a male. La dissimulazione non è facile in lui data l’assenza di luce nello sguardo offerto da chi ha passato, in questi anni dedicati alla politica, a “licenziare” tutti i leader degli altri partiti. Le dichiarazioni di Confalonieri sono la spia che nella destra c’è maretta. Il sospetto ricorrente è che sia a destra che a sinistra, contrariamente alle affermazioni, “Nazareno ci cova”. Berlusconi offre di sé una nuova immagine, quella del predicatore di convergenze e di alleanze; diciamola tutta, ricorda Aldo Moro quando auspicava le famose convergenze parallele tra Dc e Pci. In quel momento Moro si annullò completamente e si aprì la via Crucis che conosciamo. Sono cambiati di molto i tempi: a sinistra, la morte delle ideologie porta a possibilismi di ogni tipo. La nuova maniera per mantenere il potere passa attraverso mercanteggiamenti. Militare nel Pd è un modo di adeguarsi alle regole del trasformismo, rinunciando a quell’alone di nobiltà  e di snobismo cui gli ex tengono molto. Essere ricchi e di sinistra è l’”en plein” insuperabile per ogni ex comunista. Si può viaggiare in un super jet, andare a far visita a Barack Obama, essere trattati con tutti i riguardi e difesi in casi di pericolo da solidi avvocati. Appartenere a un simile partito è una sciccheria, un orpello invidiabile per personaggi che vogliono essere soprattutto importanti, fondendo un cervello aguzzo all’abilità politica. E’ questo che Confalonieri riconosce a Renzi per rimarcare che si tratta di un personaggio che potrebbe facilmente allearsi, senza sbandamenti, con FI. Questi elogi non hanno certo inebriato gli altri membri della destra che, confidando nella ineleggibilità di Silvio, aspirano a prenderne il posto. Di questo “Nazareno ci cova” se ne è accorto per primo Grillo il quale era sceso in campo con una sua formazione per impedire un avvicinamento tra destra e sinistra; nella schiera di una nuova opposizione ha innalzato il suo aquilone. Resosi conto di aver assemblato uomini senza alcun prestigio ha scelto, come si dice, la libertà. Adesso la campagna elettorale diventa ancor più utopistica, surreale, colma, grazie a dio, di un misterioso fascino. Il modello, precisato da Confalonieri, è Bettino Craxi. Dopo la morte del leader socialista c’è un forte consumo di “craxismo”. In questo supermarket c’è di tutto: idee, bizzarrie dialettiche, vezzi lessicali, gergo critico. Il premier Paolo Gentiloni ha perso di colpo l’aria di uomo sicuro con una vitalità ansiosa che cominciava a dare buoni frutti; fiero di non avere un’ideologia e soltanto l’ambizione di fare bene.

Maurizio Liverani