NON C’E’ TRIPPA PER GATTI

di Maurizio Liverani

Scorrendo le cronache delle “imprese” della sindaca di Roma si accentua nel cittadino la malinconia della “fine del mondo”. Assistiamo da spettatori disgustati al precoce fallimento di una nuova generazione di politici dalla quale era lecito attendersi un rinnovamento; illusi dallo stupido motto “largo ai giovani”. Questo è un Paese nato vecchio; “aborti” di giovani con le idee già chiare: prendere i primi posti costi quel che costi. Accertato questo inconveniente di nascere, la popolazione italiana si riduce per non fornire altri pilastri alla “barbarie” nata dal dopoguerra. Per attestarsi su un “distinguo”, il M5S ha issato una donna giovane e graziosa a primo cittadino, invitando i tardoni, che stazionano da sempre a Montecitorio, a sciogliere le righe. Beppe Grillo ha subito fatto sapere di essersi messo sotto i piedi tutti i diktat dei partiti che attingono la loro ragione d’essere dal tesseramento, dalla gerarchia, dalle cooperative dal centro alla periferia. Gli è venuto a mancare un intellettuale proveniente da un’altra stagione politica dove, nelle sue intenzioni, i partiti cessano di avere autorità e prestigio per consegnarsi a un uomo solo. Annulliamoli, sottintende l’ideologia del M5S e infatti vorrebbero annullarli alla loro maniera distorcendo le consultazioni, scambiandosi progetti. “Annulliamoci” era il motto del compianto Casaleggio per immetterci nel futuro come “non partito”, sorretti da un comune sentire. Il politico italiano non accetta a ridursi a “bacillo virgola”, scalpita in lui il “teddy-boy” della politica, facinoroso, ansioso di riempirsi le tasche. Persuaso di essere ormai il politico unico e sbaragliante del cosmo italiano, il solo degno di allori e di onori, Grillo ha scelto Virginia Raggi con la tuta da moralizzatrice. Il Movimento pensa di spillare voti nei vari partiti ponendosi all’avanguardia nell’accaparramento dei beni del Paese. L’italiano gli fa sapere che lo considera alla stregua di un domestico per il quale non esistono altri problemi che quelli connessi alle mance. La sindaca non è portata graziosamente a capire cosa bolle in pentola nella giunta capitolina; pensa di permettersi ogni atto. A questo punto, dopo quello che è emerso, sospettiamo esattamente che non pensi. Proprio nel momento in cui si atteggia a campionessa dell’apostolato “nuovo” si vede “dipietrizzata” e probabilmente, tra non molto, inservibile nel riquadro della politica. Ci risiamo: “largo ai vecchi”.

Maurizio Liverani