Dopo quanto sta avvenendo si resta stupiti di aver dato credito al talento strategico della sinistra che, è bene ricordare, ingloba il comunismo con i suoi sistemi. Gli automedonti sconfitti clamorosamente nelle ultime elezioni ci appaiono nella luce più acconcia alla loro statura: quella di politici da poco con un alto quoziente di insipienza. I comunisti si erano impiantati dentro lo Stato come un esercito di occupazione trattandolo da bottino di guerra. La comoda formula “il pessimismo dell’intelligenza e il coraggio della volontà” di gramsciana rimembranza giustifica, da anni, il sistema per tenersi saldi nei poteri che contano, spregiudicatamente. L’importante è tutelare lo status quo, anche con il “serenismo un po’idiota” alla Prodi, come lo definì Lucio Colletti. I governanti di sinistra avevano inondato tutto il Paese; con il passare degli anni, gli elettori di qualsiasi colore si sono stancati della loro subdola prevaricazione. La gente di sinistra a un certo punto si è nauseata di questi stimoli emotivi e ha cominciato a chiedere realizzazioni immediate. Si è resa conto che il rosso aveva ormai fatto il suo tempo ed era venuto quello della buona amministrazione, con pareggi di bilancio, salari equi, ecc. Il capitalismo nella fase consumistica ha bisogno di molti consumatori; altrimenti il processo di produzione e vendita conosce grippaggi e cigolii e può anche arrestarsi. Chi non partecipa al banchetto ha cominciato a inveire contro il governo della sinistra. Gli obiettori di coscienza più astuti, attingendo alle varie formule, si nutrivano del plancton progressista per fare una politica che progressista non è mai stata. Il dramma era diventato apocalittico sinché anche le grandi potenze avevano chiesto lo sfratto dei nostri governanti i quali hanno cercato di arginarlo promettendo inciuci su inciuci. Ora, Ciriaco De Mita (foto), prevedendo un ritorno al passato, lancia il suo “vade retro” a Matteo Salvini; è convinto che la sua strategia, trascinata da novant’anni, lardellata da tanti fallimenti, lo porterà allo zenit politico. Si ritiene di appartenere alla razza selezionata dei grandi vecchi che possono salire sul Colle per prendersi cura, oltre che della Costituzione, anche delle rose spumose e delle zinnie di Castelporziano, la tenuta estiva del presidente della Repubblica.
MAURIZIO LIVERANI