di Maurizio Liverani
Le liste civiche sono ideologicamente invisibili. Chi è smanioso di combattere la solita “guerra” destra contro sinistra fa fatica a comprendere la novità, contano le capacità non le appartenenze. Ormai sono affiorate le magagne di tutti i partiti e gli italiani si sono assuefatti all’indignazione. La strategia religiosa con papa Francesco cerca continuamente di ridare vita allo sdegno; le sue sono astuzie da confessionale che nascondono un appetito di potenza. La Chiesa, nonostante gli errori e gli scandali in cui è coinvolta, non cede alla tentazione della predica. La predica è inadatta per un popolo che obbedisce soltanto ai suoi bisogni. Sta lievitando un certo rancore verso la classe cardinalizia immischiata in troppi intrighi. L’autorità religiosa è paragonata a quella politica che non è stata capace né con la croce né con la falce e martello a distruggere le diseguaglianze e produrre il perfezionamento dell’uomo. Tangentopoli è stata la conferma che l’Italia è in mano a imbelli resi feroci dal girare a vuoto; sono gli stessi che, pur di salvarsi, concepiscono un incontro di “cose nostre” da regolarsi alla maniera della mafia. Gli “anchormen”, che avrebbero dovuto portare gli italiani a stazionare sempre a sinistra, ora si rivelano dei boomerang. L’aggeggio televisivo è usato male. Ci si è accorti che a furia di gomitate Beppe Grillo ha seminato di inciampi la strada dei suoi colleghi di sinistra; dimostra di possedere risorse, fiuto, intuito, tempismo. Ma non è lui a manovrare il timone e non è capace di trasfigurarsi in un leader con una sua visione strategica: non basta distruggere le basi clienterali dei partiti. Questi per avere un minimo di audience complottano con il M5S. Siamo entrati, lo abbiamo già detto, nella grande menopausa dei partiti nei quali c’è un grande nervosismo alla vigilia delle elezioni dei nuovi sindaci dei grandi centri. Che cosa li innervosisce? Non certo la corazzata cinque stelle bensì l’astensione, diventata il più numeroso partito. C’è chi si è accorto da tempo di questo tipo di alienazione. Silvio Berlusconi è riuscito a sciogliere i tentacoli invisibili e sensibilissimi con i quali il Pd lo aveva avvolto. A volte sembra che stia ancora al gioco, altre che sull’uscio del proprio spirito abbia appeso un cartello: “occupato”.
Maurizio Liverani