ODISSEO RITORNA DA CALIPSO
Sabato 7 dicembre, serata storica, anche se velata di profonda nostalgia: ultima rappresentazione a Roma del Teatro negli Appartamenti di Silvio Benedetto e Silvia Lotti. Dopo questa rappresentazione, partenza per la Sicilia, dove Silvio Benedetto inaugurerà una grande mostra personale, e proseguirà, insieme a Silvia Lotti, lo straordinario programma artistico e culturale già iniziato negli scorsi mesi, coinvolgendo l’intero territorio siciliano in un progetto globale di animazione artistica e di grandi opere permanenti.
Tornando alla serata di sabato, queste le anticipazioni del regista:
“Si… le Moire solerti, per un infinito istante del mio perenne esistere, e per sette cicli delle sue stagioni, tennero vicini, un tempo, i nostri preziosissimi fili. Essi si toccarono, dolcemente, e furono scintille, nei giorni lenti e nelle immense notti popolate di stelle, di questo luogo arcano dove né uomini né dèi mettono piede”: con queste parole da lei stessa scritte per il suo monologo, Silvia Lotti – Calipso (NELLA FOTO) vaga tra le nebbie violette care a Maeterlinck, spostandosi tra gli spettatori e sfiorandoli, trovandosi così in una discesa nell’Ade. Contemporaneo? No. Di sempre.
Ma torniamo un momento indietro. Ricordando sempre Umberto Artioli a proposito del teatro di Silvio Benedetto, “si entra nell’appartamento come per un convenevole ed è già teatro”. Ecco il rito: il pubblico sul marciapiede, il portone, la scala, l’ascensore, il campanello. All’interno si troveranno un Odisseo (Silvio Benedetto) “presentemente smarrito”, fermo e scattante, taciturno e quasi comico, delirante e viaggiatore dei sogni, “…Chiudete la porta per far sì che non entri la realtà!”; una Calipso magica e sensuale, evocativa, ma che non lascia anche di precipitarsi nell’odierno marketing citando automobili e lampade di moderno design, con un sadico insert che di proposito spezza la sua sognante evocazione lirica; più sul piano del reale Alessandro Tranquilli, un professore che crede di identificare negli spettatori suoi vecchi allievi, serioso nel suo ruolo ma che si lascia andare a qualche istante di raptus trascinato dal suo didattico evocare il mito.
Odisseo e Calipso si trovano, anzi si ritrovano, in un oggi tra le mura di una stanza, con un tempo che è più di un tempo già trascorso, “…gli uomini sono dèi morti in un tempio già diroccato”: tra silenzi, sussurri, quotidianità, risorgerà comunque il pulsante vissuto nella mitica grotta di Ogigia.
Questa volta non esploderà il tango, come in tanti altri allestimenti del “Teatro negli appartamenti”, ma il calypso, come finale musicale allegro, dissacrante e beffardo.
Ultima rappresentazione al Flaminio? Risponde Benedetto: “Quien sabe? No se lo continueremo ad abitare, ma comunque il nostro teatro, già dall’Argentina a metà degli anni ’50, è o sarà lì dove noi abitiamo”.
Dopo il finale un altro finale: la tradizionale cena, accolti da Anna e Audrey, con un assolo a sorpresa di Marco Verdastro e il suo clarinetto, e chissà se la cantautrice Giovanna Caruana, in questa occasione spettatrice, non regalerà qualche suo momento canoro…
Non solo. Venuto appositamente dalla Sicilia, Gaetano Vinci, dopo aver offerto apprezzatissime degustazioni nel ReSole del Teatro Olimpico, sarà presente anche qui, tra attori e spettatori, con la sua pregiata pasticceria siciliana, leccornia degli dei.
Sabato 7 dicembre 2019 ore 20,30. Lungotevere Flaminio 62. Roma