di MAURIZIO LIVERANI
Soltanto un fesso – nell’accezione prezzoliniana del termine – può proclamare di aver voltato le spalle al comunismo. Bisogna partire dalla premessa che l’ex è tuttora esposto a dure sanzioni; è guardato con sospetto dagli altri che lo considerano un grullo, come è stato considerato Ignazio Silone quando l’apostasia comunista poteva condurre alla morte. Da noi non è pensabile un caso Garaudy, l’ex direttore del centro studi marxisti francese, che, con inesorabile perfidia, aveva messo in piazza tutte le magagne del Pcf. Rivelò, negli anni ’70, come i suoi dirigenti tradirono i capi della “primavera di Praga” fornendo all’Urss il pretesto di invadere la Cecoslovacchia e, con divina ironia, ricordò come Georges Marchais, segretario del Pcf, andò in Germania a lavorare con l’organizzazione Todt, durante l’occupazione tedesca, anziché unirsi ai partigiani. Insomma, era un eminente fellone. Chi, in Italia, ha fatto vedere i sorci verdi al Pci? Scorrendo il Gotha dell’intellettualità italiana, Carlo Muscetta (purtroppo morto) il quale, già da comunista, era in posizione da ex e non ha mai smentito questa franca e decisa “scelta di vita”. Con lui, pochi altri hanno dato prova di una riflessività e di una erudizione che non li porterà mai a ricredersi e, in quanto ex, a fare il doppio gioco. L’indipendente di sinistra è un po’ come l’adultero che fornica fuori casa, ma poi torna spavaldo dalla moglie di sempre. E’ una figura vantaggiosissima alla strategia (di allora) del comunismo. Animato un dissenso talvolta aspro, subito dopo, con un serrato confronto dialettico, trova una “piattaforma comune”. E’ stato un modo di conservarsi in vetta. Se l’ex si ergesse, come Garaudy, contro il partito, il partito darebbe fondo a questa famosa spiegazione. Verrebbe ingigantito dai trascorsi “guffini”. Mai dire che questi confronti finiscano a “tarallucci e vino”. Gli ex che mantenevano rapporti con il partito dalle colonne della grande stampa hanno avuto molti vantaggi, compensi e audience di prim’ordine in video. Sono stati ascoltati con rispetto perché reduci da un tormento doloroso, quello dello “strappo”. Perché meravigliarsi? Il racket della paura è stato prodotto da quella coltre di conformismo nato, in Italia, da quando è caduto il Muro. Il venir meno del “referente” di Mosca accordò all’ex uno statuto speciale. Il principio “pas d’ennei a gauche” è la regola; i procedimenti mentali dell’ex di comodo partono da questa premessa.
MAURIZIO LIVERANI