Dopo la caduta del primo governo Conte e l’avvento di una forma di acqua cheta, Matteo Renzi affina la parte del politico dotatissimo che circostanze e nemici impediscono di emergere. Sul suo conto gli italiani che si appassionano di politica sono molto incuriositi. L’importante è essere un enigma o far mostra di esserlo. Ruolo che ha indotto Silvio Berlusconi a incoraggiare Renzi ad atteggiarsi a dottor sottile. Il leader di FI parla di politica come quei socialisti di un tempo che avevano la “doppia tessera”, segno distintivo di alto acume ideologico capace di tenere un piede in due staffe. Il semiologo di turno definirebbe un politico di questo tipo un sanculotto che attacca la Bastiglia nella speranza di essere invitato a cena da Maria Antonietta. Berlusconi ha preso atto che tra i politici d’oggi mancano specialisti come Renzi diventato un grande interrogativo che poi è sempre lo stesso: ha voltato le spalle alla sinistra vecchio stampo e vuole infliggere molte sconfitte ai rivali. Renzi non si indispettisce al pensiero che la sua scomparsa dalla scena non lascerebbe alcun baratro e nemmeno alcun vuoto; si esercita in un riciclaggio stando nei paraggi dei liberali e degli ex compagni in condizioni di privilegio. Dall’ex partito egemone partono ironie e discredito; la risposta è stata la confezione di un altro partito, una specie di ritorno all’adolescenza. C’è da dire che a sinistra continuano a riprodursi partitini mentre l’idea della “gauche” è da tempo scomparsa. Una egemonia, che sembrava aprire orizzonti vastissimi a una forma di rinnovamento, ha trovato possibilità espressive di carattere “canceroso”. Invece di nuove idee sembra che i politici manovrino la fotocopiatrice; si può dire che ogni partito sia frutto di autoriproduzione. Le scelte di vari personaggi e le rinunce di altri provano come le vie della politica siano infinite. Ogni onorevole, per segnalare la sua presenza, si dimette dal suo partito per riprodursi in altri, provando a dimostrare che si possono collaudare diverse forze. Le intenzioni di questo andare e vieni testimoniano che pochi hanno una vera mente pensante. Un partito vale l’altro; nessuno che abbia uno stile inconfondibile. Tutto poggia sulle spalle del trasformista. Continuando su questa strada il connotato del futuro politico del Paese sarà una copia del presente; continuità ininterrotta di volti nuovi. Per sottrarsi a questo requiem, Renzi vuol testimoniare di avere un intelletto proteso verso un singolare tipo di politica; strizzatine d’occhio e gesti d’intesa dovrebbero preludere a convergenze parallele, per restituirsi il prestigio di indispensabile e di “uomo della provvidenza”. L’unica cosa verificabile è che ha l’età giusta e la capacità del praticone politico che dà un colpo al cerchio e uno alla botte. Chi l’accusa di essere al soldo di Berlusconi dimostra di essere anche lui discendente di sfibrati dottrinari.
OPERAZIONI DI VERTICI
FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
OPERAZIONI DI VERTICI
MAURIZIO LIVERANI