ORMAI TUTTO E’ CIVILE

di Maurizio Liverani

Se chiedete a un italiano, incontrato per strada, di che partito è, vi guarderà esterrefatto; esiterà un po’ e alla fine, sbrigativamente, vi risponderà: “Boh!”, seguito da una risata. C’è poco da ridere. L’italiano medio che non specula sulla politica ha soltanto qualche reminiscenza, sembra si vergogni di declinare la sua fede politica; non ne ha più. La rinnovata bocciatura delle unione civili, dichiarata dal cardinal Bagnasco, ha lasciato del tutto indifferenti i credenti e i non credenti. La Chiesa, stando alle regole, avrebbe dovuto sostenere la destra, ma, non volendo aver noie con il partito dominante, nel ’94, si schierò con Botteghe Oscure, correndo sempre sulle famose “convergenze parallele” che ormai si erano unite. Il partito già dominante era un minestrone di comunisti e democristiani; era fatale che, con il tempo, gli ex comunisti, più smaliziati e astuti degli ex democristiani, prendessero la guida della situazione e si accanissero selvaggiamente contro la destra berlusconiana. Ora è inevitabile che sorgano attriti tra il Vaticano e il partito democratico; il cardinal Bagnasco ha criticato le unioni civili mentre la svolta a sinistra “approvava” Alfio Marchini alla carica di sindaco di Roma. Se lo era annesso Berlusconi (il candidato si dice ateo in politica), a sinistra si elencavano i meriti della famiglia verso la città. Alcuni mesi fa Frau Merkel fece una breve visita in Vaticano per sincerarsi che il papato rientrasse (essendo uno Stato a parte) nell’UE. Se ne tornò a Berlino rassicurata solo in parte; si convinse che la Chiesa è immutabile nelle sue convinzioni da quando ha represso la libertà intellettuale, la libertà morale, la crescita scientifica ed è contraria al nuovo. La Curia non è riuscita certamente a soffocare quel tanto di nuovo portato dall’unificazione nazionale in cui mise lo zampino del Concordato che tanti guai continua a produrre. Che questo Papa possa essere simpatico può essere ammesso, ma non è in sintonia con lo spirito del Risorgimento. Per i veri liberali rappresenta il Vecchio che torna.

Maurizio Liverani