di Giacomo Carioti
I TERREMOTI, SI SA, RISVEGLIANO FAMELICI APPETITI: PIU’ SONO DISASTROSI, PIU’ E’ GRANDE IL BUSINESS DEL “DOPO”. MA CHE TUTTO CIO’ DEBBA INIZIARE FIN DALLE CRONACHE IN DIRETTA TV, E’ UNA GRANDE VERGOGNA PER TUTTI.
Mentre ci scorrono le lagrime ad ogni aggiornamento televisivo sul numero dei morti, come ad ogni notizia di salvataggio, ci tocca ingoiare senza tregua l’allegra pubblicità della carne in scatola e dell’ultimo modello di auto, del detersivo e delle case vacanza, dello spazzolino da denti e del cibo per cani e gatti, dei pannolini e dei pannoloni.
Già, perché aumentando a dismisura gli indici di ascolto per il dolore e la pietà umana che la tragedia suscita, il mercato pubblicitario lucra sull’incremento del target, bombardando cinicamente con i suoi ordigni subliminali.
All’indomani del sisma i programmi pomeridiani dove si conduceva lo spettacolo sulla tragedia, anche sulla stessa emittente di stato, le interruzioni pubblicitarie la facevano da padrone, ad un ritmo insostenibile anche in situazioni di normalità.
Un vero schifo, una vergogna insopportabile, accompagnata dal silenzio delle cosiddette commissioni di vigilanza.
Avessero almeno avuto il pudore di dire: “tutti gli introiti di questi annunci vanno ai terremotati”. Macchè: tutto in tasca ai padroni del vapore, mentre in ogni parte d’Italia e del mondo si sollecitano commoventi, ma anche disordinate e patetiche, raccolte di cibi in scatola e coperte dalle scorte casalinghe. Disordinate e patetiche –senza nulla togliere al valore morale di queste iniziative- semplicemente perché lo Stato ha a disposizione le scorte militari (“…Ma dove stanno i soldati?” Si chiesta in diretta tv, con l’arguzia dei semplici, una donna davanti alla sua casa crollata) di cibi, abiti, suppellettili e vettovaglie –che debbono periodicamente essere consumate ed aggiornate- con cui immediatamente ed organicamente provvedere ai bisogni primari dei terremotati. Perchè non lo fa? Perché non si può perdere la più ghiotta occasione di demagogia e di consenso basato sul richiamo alla solidarietà.
E’ molto triste, ma è così.
Giacomo Carioti