PALLADINI E’ CELINE ALL’ALEPH

Louis Ferdinand Auguste Destouches in arte Céline è uno dei più grandi scrittori del XX secolo. Basterebbe a decretare la sua imperitura fama il libro d’esordio: Voyage au bout de la nuit del 1932. Ma Céline è anche uno degli autori più malfamati dello scorso secolo a causa di un paio di libelli di intonazione antisemita scritti prima della seconda guerra mondiale. Caso, dunque, esemplare di enorme artista, nutrito però (anche) di sentimenti riprovevoli.

Stefano Lanuzza ha dedicato allo scrittore francese molti, acuti libri critici tra cui “Maledetto Céline – un manuale del caos” (Stampa Alternativa, 2010) che si apre con un racconto autobiografico, come una confessione recitata in prima persona dall’autore di Morte a credito. La naturale teatralità di questo testo mi ha sedotto e indotto a adattarlo e a farmene interprete, laddove qui Céline si difende e attacca, spiega e sproloquia, si abbatte e si esalta, mescolando lampi fulgidi della sua arte e i tanti tornanti dolorosi e, anche, miseri della sua esistenza. Gli scrittori della ‘contraddizione’ mi attirano irresistibilmente, così dopo aver inscenato de Sade e Artaud, con Céline ho inteso chiudere un’ideale trilogia di grandi maudits d’oltralpe, autori al fuoco della controversia, i quali anche attraverso le loro cadute e ‘infamie’ hanno saputo allargare il nostro immaginario e portarlo a dialetticamente confrontarsi con il fondo oscuro, digrignante, melmoso, insanabile dell’essere dell’uomo. (m.p.)

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TEATRO ALEPH

Vicolo del Bologna, 72 (Trastevere) – Roma

www.associazionealeph.itinfo@associazionealeph.it

Martedì 24 gennaio 2017, h. 18

Male detto Céline

di Stefano Lanuzza

Adattamento e lettura scenica di

Marco Palladini

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Marco Palladini, romano, è scrittore e poeta attivo dagli anni ’80 sulla scena nazionale, nonché drammaturgo, regista, performer e critico nell’ambito del teatro d’autore e di ricerca.

Tra i suoi circa cinquanta lavori per la scena, sempre incrociando letteratura e musica: la trilogia “Destinazione Sade” (Justine – Il vizio della virtù, 1991; 12 settimane a Sodoma, 1993; Il rumore della notte, 1995); Giovanna: la Ballata degli Squali (1994), ispirato a Brecht; L’io & dio – ou Monsieur Artaud et son double (1996); Kerouac Road e oltre (1999); Rosso Fuoco (2002); Poesie per un tempo di guerra (2004); Il Vangelo secondo Pier Paolo (2005); Litania per Emilio Villa (2008); Ballata del Futuremoto (o le visioni di un chaosmunista) (2009) dedicato a G. Toti; Satyricon 2000 – Tra scuola e bordello, 2° capitolo di “Satyricon – una visione contemporanea” (2012), progetto multidrammaturgico per la regia di M. Verdastro; Fratello dei cani (Pasolini e l’odore della fine) (2012), da cui ha tratto con I. La Carrubba l’omonimo film video (2013); Me Dea (nuova edizione, 2014); Tra terra e cielo (2014); regia di Giovanna D’Arco di M. L. Spaziani (2014); Studio per “Pilade” di P. P. Pasolini (2016).

Per il teatro ha pubblicato Destinazione Sade (Arlem, 1996 – ripubblicato nel 2009 come ebook in www.cittaelestelle.it); il dramma Serial Killer (Sellerio, 1999), tradotto in lingua catalana: Assassí (Arola Editors, Barcelona 2006 – tr. M. Cucurella-Jorba – rintracciabile anche in www.barcelonareview.com); il dittico La Pietra e la Croce (2010, ebook in www.mirkal.blogspot.com); Me Dea (Edizioni Progetto Cultura, 2015). Volumi critici: I Teatronauti del Chaos – La scena sperimentale e postmoderna in Italia (1976-2008), (introduzione di A. Attisani, Fermenti, 2009); Prove aperte – Materiali per uno zibaldone sui teatri che ho conosciuto e attraversato, 1981-2015 – vol. I (introduzione di C. Milanese, Fermenti, 2015), vincitore del Premio Feronia 2016 per la saggistica.

È presente nell’antologia di corti teatrali Il meglio di Schegge d’Autore (introduzione di F. Cordelli, Pagine, 2010).