PER IL NUOVO PASOLINI DI SILVIO BENEDETTO

PER IL NUOVO PASOLINI DI SILVIO BENEDETTO

«Overdub», «Mater dolorosa», «Il volto». Questi tre dipinti, una sorta di “trilogia” che Silvio Benedetto dedica a Pierpaolo Pasolini col titolo «È difficile dire con parole» (tratto dalla poesia «Supplica a mia madre» di questo grande intellettuale del Novecento) sono oggi esposti nello spazio della Libreria Koob di Roma.

In questo bel luogo del quartiere Flaminio, tra il Ponte della Musica e il MAXXI, Silvio Benedetto ha già esposto quest’anno diversi ritratti di altri “grandi” della letteratura come Pirandello, Beckett e Sciascia; su quelle opere e su questi suoi Pasolini oggi visibili sulle pareti di Koob tra gli scaffali colmi di libri, lo scrittore Matteo Collura sottolinea, nel pieghevole che accompagna la mostra: “[…] Silvio Benedetto è un pittore che ama monumentalizzare, e lo fa con il suo semplice tocco di pennello, con la forza che riesce a trasferire nei personaggi da lui ritratti […].”.

Benedetto ha trattato più volte la figura e le opere di Pierpaolo Pasolini nei suoi disegni e dipinti. Tra le sue opere esposte oggi alla Libreria Koob l’artista italo argentino presenta per la prima volta anche l’acrilico su tela «Il volto» appena ultimato, del quale le seguenti parole di Silvia Lotti ci regalano un primo sguardo (in attesa di andare a vederlo noi stessi, proprio accanto al Teatro Olimpico):

Silvio Benedetto ha voluto ritrarre ancora una volta un uomo di cultura che stima. Si è lasciato condurre oggi non dal suo pensiero ma dai tratti noti e particolari di quel volto “scolpito”, e l’intuito lo ha guidato a questo risultato inedito.

Come ci è riuscito, Silvio Benedetto? Come ha trovato ancora la via verso il nuovo, attraverso tratti fisici già altre volte ritratti e dopo chilometri e chilometri di dipinti nella sua attività continua di tutta una vita?

Ben oltre il non-fermarsi, come riesce a rinnovarsi, a non ripetersi? 

Una sensibilità fuori dal comune. Un cuore che sa trovare.

Un’alleanza tra occhio-laser – alle distanze ai piani e poi ai dettagli – e mano senza indecisioni. Tra spatola – accumulante e modellante materia morbida o torturante quella asciutta (le cui mobili incursioni sulla tela avrebbero fatto impazzire di giocosi agguati il suo agile gatto bonaerense di Calle Salta negli anni ‘50) – e pennello abilmente diretto a segnalare minuti percorsi CAI o a circoscrivere zone di sosta. Disposizione al gioco di soluzioni altre (con buona pace della sua cervicale).

È una sorta di evocazione chimica questa volta (concentrata dedizione manuale e mentale tenacemente tesa all’ “ora sì che va bene“, non formule magiche), a riportarlo davanti a noi, Pierpaolo Pasolini. Questa volta in una sua tridimensionalità aspra percorribile con le dita. Resa possibile dall’intenzione di Silvio Benedetto e dalla sua maestria. 

Una presenza più umana che mai se, da questo nuovo ritratto, egli, Pasolini, dirige ancora il suo sguardo pensoso, divenuto amaramente ironico, sul mondo; se sta ancora un istante trattenendo le parole adatte per esprimere ciò che, ancora una volta lucidamente, ha formulato la sua mente, lontana da dannose ipocrisie e comode sentenze.

Tanto lontana da uno sguardo preconfezionato che questo “volto come un paesaggio” (come Silvio ama a volte definire alcuni suoi espressivi ritratti), questo “territorio” da percorrere e scoprire, tra rigide spugnosità, granulose secche, mini-crateri e rugosi intoppi, assume un aspetto planetario composto a stento della sostanza del nostro abituale mondo.

“Volto come un paesaggio”. Che una luce radente di alba primordiale può svelarci, come noi fossimo il primo umano a darvi un passo. O che attende l’imminente imbrunire violaceo premonitore di oblio.

E così, Silvio, ancora una volta ci sorprendi con la tua arte diretta e leale, che rifugge da sotterfugi abili sì ma  “a buon mercato”. Grazie, Silvio. C’è duro lavoro in questa tua tela- muro rimbalzante l’eco di un Pasolini-visionario, fermo richiamo a spostarci da un propriocentrismo verso una più matura giustizia sociale. In questa tua opera di cavalletto che, curiosamente, è diventata murale.” (S. L.).

Appuntamento, quindi, dal 2 al 15 novembre 2020, con «È difficile dire con parole», la trilogia che Silvio Benedetto ha dedicato a Pasolini nella Libreria Koob di Roma, in piazza Gentile da Fabriano 16 (orario di apertura 10,30-13,30 e 16-19 tutti i giorni tranne la domenica). Chissà che non si possa incontrare lo stesso artista (…con la dovuta distanza di sicurezza-Covid!) magari intento a conversare con Paolo, Laura, Maria Elena o Alessandra per scegliere tra i libri esposti qualche nuova edizione da aggiungere alla sua biblioteca.

IL VOLTO, acrilico su tela, di Silvio Benedetto

(con tre diverse situazioni luminiche)