“Il valore della vita”, mi disse Peter Sellers, “è in diretto rapporto con la nozione di essere vivi. Io credo di avere questa nozione”. Uscito da un terribile male, andò nelle grandi redazioni dei giornali e pretese di leggere il necrologio che era stato preparato nel caso che il male avesse avuto l’esito meno gradevole. Poiché si trattava, in fondo, di elogi, un direttore acconsentì a farglielo leggere. “Considerate che faccio un’eccezione”, disse a Sellers. “Ma è anche un’eccezione che un uomo resusciti”, replicò l’attore. Cedendo all’incrollabile ostinazione di Peter, l’articolo spuntò da un cassetto. Sellers cominciò a leggerlo; improvvisamente trasalì. “Un necrologio così breve!”, fece agitando in aria il foglio. Il direttore si giustificò spiegando che, per scaramanzia, l’articolo non era stato portato a termine. “Un’altra volta”, disse celiando, “scriveremo un necrologio lungo lungo”. “Mi raccomando”, replico Peter, “non lesinate in elogi”. “Fidatevi di noi”; al che Sellers ricorse alle consuete contromisure ant-jella. La paura è stata, per anni, l’afflizione di Sellers. Le sue fobie arrivavano al punto di impedirgli dal salire in aereo e ogni volta che attraversava una strada, dopo aver sollecitato e ottenuto dal vigile ogni sorta di garanzie, esclamava: “L’abbiamo scampata bella!”.
Peter Sellers conobbe Britt Eklund, di vent’anni più giovane di lui. Era l’adolescente donna, la sola che conserva un alone di fascino per l’uomo maturo, come dimostra Nabokov nella sua “Lolita”. Come l’arte che provoca la curiosità senza mai appagarla, Britt dette a Peter tutta la felicità, ma non si stancava mai di prometterla. “La mia resurrezione di uomo e di attore dipende da Britt”, confessò apertamente, “senza di lei non so cosa avrei fatto; mi sarei lasciato vincere dalla paura”. Nel film “Cosa c’è di nuovo Pussy Cat?”, Peter Sellers ha il ruolo di uno psicanalista viennese con una chioma che lo fa sembrare uno scotennatore indiano emerso dalla copertina di un libro di Salgari. Quando sul set passava Ursula Andress, in un bikini microscopico, le sue pupille seguivano la traiettoria andando a soffermarsi sullo stesso punto rotondo e formoso del più bel corpo femminile dello schermo di quegli anni. “Non guardare le donne a quel modo”, gli disse Britt. “E come le devo guardare?”, rispose lui. “Più su”, fu il consiglio amorevole della moglie.