Più passa il tempo e più si accumulano piccole e grandi offese da parte di una società sempre più misogina.
Viviamo in una malafedocrazia, cioè nell’inganno, e questa verità va taciuta.
“Il comunismo che mangia i bambini – scrisse con furore Montanelli – non esiste più”. Non è mai esistito, aggiungiamo noi. E’ sopravvissuta, del comunismo, l’ideocrazia.
Matteo Renzi assicura che tutto è cambiato, ma c’è, in via del Nazareno, chi sostiene essere la “Cosa”, descritta da Sartre, sempre capace di qualche “cattiva azione”. E la destra? Evoca un insaccato di personalità incolori.
Pur di non trovarsi ogni giorno alla confluenza tra fiducia e delusione, l’italiano rinuncia sempre più spesso al proprio giornale.
Chi vuol essere freccia direzionale? E’ l’interrogativo che, con il suo diniego, Giuliano Pisapia pose al suo elettorato sia di destra che di sinistra. Da tutte le parti lo hanno lodato per qualità che sanno di presa in giro: “ha l’istinto dell’integrità”, “si è fatto subito fama di gran fastidioso”.
Resosi conto di aver assemblato uomini senza alcun prestigio, ha scelto, come si dice, la libertà.
Si conferma un paradosso di Leo Longanesi: “Per indisposizione del dittatore, la democrazia si replica”.
Il sapore dello scontento dell’opinione pubblica si potrebbe riassumere in un’unica risposta: “il pernacchio”, che nacque e si affinò a Napoli per reagire alla tracotanza dei Borboni.
Dal qualunquismo siamo passati alla contrarietà morale. Per qualche tempo il cittadino si è adattato al gioco; ora è approdato al disgusto.
A dispetto di tutti gli insuccessi, i cinquestelle hanno la faccia tosta di sbandierare come successi, smacchi, sconfitte, fallimenti a catena; promettono ulteriori sconquassi, un “giubileo” di sprechi.
MAURIZIO LIVERANI
Commenti e aforismi tratti dalle opere di Maurizio Liverani e dai suoi recenti articoli