di MAURIZIO LIVERANI
Di colpo, si direbbe, gli italiani si rendono conto di aver smarrito la propria identitĆ per abboccare a una āpublic-fictionā, cioĆØ a un intrattenimento verbale che non ha alcun rapporto con la realtĆ . In poche settimane hanno avuto coscienza di essere stati presi in giro. Politica, cultura e religione improvvisamente ci appaiano come il nulla rivestito di parole boriose. I canoni di moda per tanti anni, finiti in polvere, confermano che da noi ci si puĆ² avventurare in qualsiasi attivitĆ senza alcuna preparazione. Il successo dellāantipolitica ĆØ da attribuire alla colpevolezza di gente che ha perduto persino la capacitĆ di mentire. Per reagire allo spettacolo di questo sfinimento, gli italiani hanno ingigantito il no che cova da anni nel loro intimo. Eā stato, per la classe politica, come se si fosse accorta che i cittadini non hanno piĆ¹ indulgenza. Il disastro negato nei loro discorsi ufficiali ĆØ divenuto leggibile sin nei loro volti. La penosa imperizia lāhanno stampata sulle loro facce. Oggi ci vuol poco a capire che verso questi podagrosi archeologi in adorazione delle loro spente idee, il Paese, pur continuando a votare, ha messo nelle schede una violenta avversione. Lāantenna piĆ¹ sensibile della crisi in cui siamo incappati sta nella espressione āci hanno stufatoā che tutti abbiamo sentito ovunque negli ultimi tempi. āI principi del fascismo ā ripeteva Giuseppe Berto ā sono piĆ¹ stupidi che menzogneri, ma quelli del post fascismo sono piĆ¹ menzogneri che stupidi e infine piĆ¹ disonestiā. Non basta piĆ¹, come si ĆØ fatto per tanto tempo, mettere lāiniziale maiuscola a qualcosa che difetta di sostanza (per conferirle una garanzia immunitaria) per prendere per il gabbo gli italiani. Oltraggiosamente imbellettati di frasi come ādemocraziaā, āeguaglianzaā, ālavoro per tuttiā, āprogressoā per adescare le adesioni, i politici si sono imbattuti nella grande cilecca. Lāinarrestabile scialo di frasi fatte, di schemi fissi, di luoghi comuni ha consentito ai partiti di praticare su larga scala la truffa delle idee. Il paramento della democrazia che giustificherebbe tutto ĆØ caduto lasciando il posto ad altri politici che operano con la stessa malafede di chi li ha preceduti. Bisogna essere pazzi per non capire che il Paese si avvia a non cadere piĆ¹ nel tragico errore di considerare tutto politica. Bernard Shaw diceva di sĆ©: āSono un predicatore vestito da saltimbancoā.
MAURIZIO LIVERANI