PRODIGIO DI PADRE PIO

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

PRODIGIO DI PADRE PIO

Una visita da tanti auspicata del premier Conte al sacrario di padre Pio farebbe sorgere molte supposizioni. La principale, conclamata da tempo, sarebbe ispirata dal desiderio di dar vita a un suo partito che concilierebbe le posizioni liberali  con quelle del clero. Conciliare l’inconciliabile è sempre stata la strategia vincente. Con grande disinvoltura, il premier si accingerebbe a mettere alla porta, garbatamente, i pseudo democratici che si sono accucciati intorno a lui. Dopo aver “parlato” con il santo di Pietrelcina, che considera il plenipotenziario più credibile di Dio in terra, dimostrando tutta la sua capacità manovriera e volubilità ideologica, ora darebbe “asilo” soltanto a chi ha avuto l’illuminazione celeste.  Conte fa l’ultimo tentativo di non diventare un “ramo secco”; consultando padre Pio ma anche i tarocchi, avverte che il venticello che lo sostiene potrebbe diventare un impetuoso vento di poppa. Adattandosi al teatrino parlamentare, sciami di calabroni diccì entrano nelle sue stanze, sino a qualche giorno fa stipate di piddini e cinquestelle. Enrico Letta, con il cipiglio di chi è pronto a far piazza pulita, pare abbia sancito con il “mondo nuovo Conte-padre Pio” un contratto per un  governo a lungo termine; la sua scelta confermerebbe come, attualmente, la sua figura sia allo zenit. Letta è già nel novero delle “figure nobili”; è tornato democristiano dopo il calvario piddino. Per il momento si comporta come un extraterreste; le televisioni padronali lo festeggerebbero di più se Matteo Renzi lo permettesse. Un democristiano è sempre talmente capace di tutto che può diventare capace di tutto. Così diceva Alcide De Gasperi di Giulio Andreotti. Letta, al seguito della cometa di padre Pio, sarà il nuovo premier democristiano. 
 
 MAURIZIO LIVERANI