PROIEZIONI E UN LIBRO: TUTTO LUCIO FULCI AL CINEMA TREVI DI ROMA

Lucio Fulci “Il terrorista dei Generi”, il suo cinema presentato al Cinema Trevi da Orio Caldiron
La Cineteca Nazionale-Centro Sperimentale di Cinematografia, venerdì 16 settembre 2016 al Cinema Trevi, dedica un breve ciclo di proiezioni a Lucio Fulci. Alle ore 17.30 Orio Caldiron presenta il libro “Il terrorista dei generi. Tutto il cinema di Lucio Fulci” di Paolo Albiero e Giacomo Cacciatore, pubblicato da Leima Edizioni.

Saranno presenti gli autori.


TUTTO IL PROGRAMMA
Tutto il Programma su Lucio Fulci al Cinema Trevi:

16-20 settembre
Lucio Fulci, poeta del macabro (e non solo)
A vent’anni dalla morte di Lucio Fulci, allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia e una delle personalità più complesse del mondo dello spettacolo italiano, la Cineteca Nazionale non poteva non rendergli omaggio, curando una rassegna e presentando la versione ampliata e aggiornata di Il terrorista dei generi, il più completo studio sulla sua vita e sulla sua opera. Un saggio monumentale, esauriente e ricco di immagini, anche inedite. Gli autori Paolo Albiero e Giacomo Cacciatore, massimi esperti in materia, ricostruiscono attraverso la carriera fulciana oltre cinquant’anni di cinema italiano per mezzo di interviste, analisi critiche e documenti ministeriali. Fulci non è stato solamente il regista visionario e provocatore che tutti conosciamo, ma è stato molto di più. Ispirandosi alle gesta dell’artista Mimmo Rotella, creò il personaggio di Nando Mericoni (o Moriconi) di Un giorno in pretura e Un americano a Roma, scrisse con Piero Vivarelli 24.000 baci e Il tuo bacio è come un rock, diresse Totò e Celentano, valorizzò il duo Franchi-Ingrassia, attraversò i generi, venne definito dalla critica francese poète du macabre, ma visse sempre come un dimenticato, fuori tempo (spesso giocando in anticipo) e fuori luogo (la sua prodigiosa tecnica cinematografica, degna del miglior cinema hollywoodiano, fu molte volte mortificata dall’assoluta modestia dei mezzi a disposizione): «Io, essendo un terrorista dei generi, nel momento in cui il genere andava bene, lo abbandonavo. Tu guarda l’horror: potevo continuare per anni a fare l’horror, come avevo fatto con i Franchi e Ingrassia. Invece improvvisamente ho svoltato. Ho visto La mosca di Cronenberg, che mi ha colpito, e ho deciso di mettere dell’umano nell’horror. […] Mi ritengo gratificato nel momento in cui posso infrangere le regole del mio genere. Sono felice di fare un film che va fuori dal genere e non ha successo…».

venerdì 16
ore 16.30 Come rubammo la bomba atomica di Lucio Fulci (1967, 97’)
«È una parodia dei cosiddetti film spionistici: […] in questo caso Franco e Ciccio hanno a che fare per tutta la durata della pellicola con i più gettonati e celebri agenti segreti. Immancabile la parodia di James Bond, storpiato in James Bomb […]. L’agente Derek Flint diventa Flick (il ruolo che fu di James Coburn e che vede qui una scatenata interpretazione del compianto Franco Bonvicini, più noto per la sua attività di fumettista con lo pseudonimo di Bonvi). Non manca nemmeno la parodia di Modesty Blase [Blaise, n.d.r.], per l’occasione ribattezzata Modesty Bluff» (Albiero/Cacciatore). «Sono convinto però che, tra i miei film, quelli che prima o poi gli storici riscopriranno sono i Franchi e Ingrassia» (Fulci).

ore 18.30 Non si sevizia un paperino di Lucio Fulci (1972, 105’)
«La vicenda […] è ambientata in un piccolo paese della Puglia, nel cuore del Sud, dove, accanto agli arditi viadotti dell’autostrada sopravvivono antiche credenze e insradicabili pregiudizi. Qui si verificano una serie di omicidi di cui restano vittime bambini. Le indagini, spinte anche dalla pressione popolare, si rivolgono verso una “maga”» (Vice, «Il Messaggero»). «Il mio film preferito rimane Non si sevizia un paperino. Mi è sempre piaciuto andare avanti, provare nuove tecniche, e questo è avvenuto anche nel caso Paperino» (Fulci). Con Tomas Milian, Florinda Bolkan, Marc Porel, Barbara Bouchet e Irene Papas.

ore 20.30 Incontro moderato da Orio Caldiron con Paolo Albiero, Fabio Frizzi, Antonella Fulci, Franco Grattarola, Giovanni Fago, Paolo Malco, Sergio Salvati
Nel corso dell’incontro verrà presentato il volume di Paolo Albiero e Giacomo Cacciatore, Il terrorista dei generi. Tutto il cinema di Lucio Fulci, Leima edizioni, 2015.

a seguire Uno strano tipo di Lucio Fulci (1963, 90’)
«Il clima che si respira, rispetto ai primi musicarelli, è quello meno chiassoso ma più stralunato delle commedie di Tashlin con Jerry Lewis […]. La vicenda stavolta è incentrata sugli effetti della celebrità sul piano individuale: il rischio della perdita d’identità, l’emulazione degli ammiratori spinta al limite del sopportabile, l’invasione della sfera privata del personaggio pubblico da parte della stampa e degli speculatori, il sottobosco di traffichini che tentano di guadagnare sull’immagine del cantante di successo. […] Celentano è il “tipo”, nel senso teatrale del termine: poco più che un carattere, una figura di impatto scenico ma priva delle sfaccettature tragicomiche dei grandi protagonisti. La “stranezza” è però il suo punto di forza […]. Non è un caso che le altre due grandi maschere presenti nel film, Erminio Macario e Nino Taranto, siano confinati in ruoli di contorno e facciano da spalla a questo strano tipo dalla verve incontenibile» (Albiero/Cacciatore).

sabato 17
ore 17.00 Il Cav. Costante Nicosia demoniaco, ovvero: Dracula in Brianza di Lucio Fulci (1975, 101’)
«Fatta fortuna con un dentifricio, il sicuro Nicosia si dà un gran daffare. La moglie, l’amante, i viaggi, la contestazione sindacale, il lancio del prodotto, l’inserimento nell’alta società. Lo tradisce un viaggio in Transilvania. Ospite del discendente viene vampirizzato […]. La vicenda, che ricalca il filone aperto di Mel Brooks, in sé non è granché. Assai più valgono le trovatine non volgari delle quali il film è disseminato, situazioni comiche che riescono, quasi sempre, a fermarsi prima di piombare nel farsesco. […] Nell’impersonare Nicosia, Buzzanca rifà se stesso e riesce a dare ampiezza e rotondità al personaggio, ricco di tic, tra i quali la superstizione» (C.R., «Il Giorno»). «È un film che amo parecchio» (Fulci).

ore 19.00 I quattro dell’Apocalisse di Lucio Fulci (1975, 103’)
«Scampati ad un massacro compiuto da un gruppo di precursori del “giustiziere della notte” ai danni della malavita di Salt Flat, quattro lazzaroni, più disgraziati che colpevoli, si aggirano per il west in cerca di un approdo sicuro. Trovano invece un infido messicano che sfoga su di loro il suo gusto per la violenza e poi li abbandona nel deserto. […] Ennio De Concini, lo sceneggiatore, e Lucio Fulci, il regista, evidentemente sensibili alle esigenze commerciali e alle mode correnti hanno infatti realizzato un’opera traboccante di violenza appena appena addolcita da alcuni risvolti patetici, e nel contempo abbastanza slegata» (Leo, «Il Messaggero»). «Amo lo spaghetti western. Io ho fatto quattro western, ma il migliore è I quattro dell’Apocalisse […]. Un classico» (Fulci). Con Fabio Testi, Michael J. Pollard e Tomas Milian.

ore 21.00 La pretora di Lucio Fulci (1976, 99’)
«Edwige Fenech come Gloria Graham? Potrebbe essere un augurio, anche se sfortunatamente Lucio Fulci […] non ha l’occhio destro coperto da una banda nera come il compianto Fritz Lang. Un vero peccato, perché La pretora poteva anche diventare qualcosa di più che una commediola divertente, con un’idea di partenza tutt’altro che pellegrina. A Bellignano esercita il suo mandato una pretora inflessibile, terrore di industriali inquinanti e inguaribili imbroglioni. Ma proprio uno di questi imputati scopre che il magistrato ha una sorella gemella, identica nel fisico ma di morale opposta» (Paolo Mereghetti). «Comunque, il film è bello» (Fulci).

domenica 18
ore 17.00 Sette note in nero di Lucio Fulci (1977, 95’)
«Lucio Fulci […] con questo thriller parapsicologico ha costruito un vero “puzzle”. Gli ingredienti sono tanti, ma pochi attori smontano e rimontano in un “gioco” ad incastro dove ogni pedina ha una sua funzione giustificata, alla fine, dall’inaspettata (e pure parzialmente composta) soluzione. L’azione è ambientata nella morbida campagna tra Siena e Firenze ove, tra ville, casali abbandonati, squarci di città, ombrosi musei, la protagonista verifica le sue facoltà paranormali […]. È un abilissimo fotoromanzo a puntate su carta patinata: dopo un inizio volutamente lento e noioso, si arriva con ingordigia alla fine, ma se si perde qualche pagina la suspense viene meno» (Grazzini). «È il mio primo reale viaggio all’interno del fantastico» (Fulci). Con Jennifer O’Neill, Gabriele Ferzetti, Marc Porel e Gianni Garko.

ore 19.00 Zombi 2 di Lucio Fulci (1979, 92’)
«Zombi 2 è naturalmente nato sulla scia del film di Romero, che solo in Italia si chiamava Zombi. In Italia si producono film con questo sistema, il regista non può farci nulla. Il mio Zombi è completamente diverso da quello di Romero, che considero un regista bravo ma sopravvalutato. Romero ha fatto un film sociale, la rivolta dei morti viventi rappresenta il grido di disperazione degli emarginati e degli oppressi, dei reietti della società. Io ho fatto un film più avventuroso e, soprattutto, ho ricondotto la figura del morto vivente alla Jamaica e ai riti voodoo cui naturalmente appartiene. Non credo di averlo copiato, se i critici visionassero entrambi i film si renderebbero conto da soli dell’assurdità di tali affermazioni» (Fulci).

ore 21.00 Luca il contrabbandiere di Lucio Fulci (1981, 97’)
«Vecchia e nuova mala si fronteggiano all’ultimo sparo e tranello mortale in una Napoli dove l’arte di arrangiarsi è la regola di sopravvivenza. Ma giunge “il Marsigliese”, un losco figuro che vuol prendere in mano le redini del contrabbando e iniziare su larga scala un traffico di droga. Egli, dapprima, cerca di convincere Luca, il contrabbandiere, a unirsi a lui. Luca è un giovane ribaldo, ma nel fondo onesto. […] Diretto con mano veloce e mestiere smaliziato da Lucio Fulci, il film annovera purtroppo truculenti effettacci. Ma le sequenze degli inseguimenti dei motoscafi sono efficaci e il disegno di una certa Napoli è colorito» (Grassi). «È un film che mi piace, un buon film nero» (Fulci). Con Fabio Testi e Marcel Bozzuffi.

martedì 20
ore 17.00 …E tu vivrai nel terrore! L’aldilà di Lucio Fulci (1981, 88’)
«Ambientato in una Louisiana di comodo, il film racconta le disgrazie di una ragazza che eredita un albergo sul quale pesa una maledizione. Tutto è detto nel prologo, che mostra il linciaggio di un pittore colpito con catene di ferro, inchiodato alla parete e dilaniato da calce viva. Il pittore grida che quella casa è costruita sopra una delle sette porte del male, e che soltanto la sua presenza può salvare gli ospiti» (Fegatelli). «Molti considerano il mio capolavoro, ma non lo è […]. Il messaggio che cercavo di comunicare è che la nostra vita è un terribile incubo, e che l’unica via di fuga è nascondersi in questo mondo fuori dal tempo» (Fulci). Con Catherine (Catriona) MacColl, David Warbeck e Veronica Lazar.

ore 19.00 Quella villa accanto al cimitero di Lucio Fulci (1981, 87’)
«Questo film fu influenzato da Giro di vite di Henry James e dalla sua versione cinematografica diretta da Jack Clayton. Ecco perché alla fine del film si legge la citazione da James: “I bambini sono dei mostri o i mostri sono bambini?”, come a dire che tutto quello che è raccontato potrebbe essere accaduto nell’immaginazione del piccolo protagonista: persino la morte dei suoi genitori. Lo spettatore potrebbe anche interpretare il film come una specie di storia ciclica, in quanto gli eventi sono la ripetizione di fatti accaduti nel passato. […] E la mia storia è ispirata al lavoro di Henry James, non a Shining, come mi hanno spesso accusato. In Shining, c’è complicità tra il bambino e il cuoco dell’Overlook, un adulto. In Questa villa, gli adulti sono assolutamente irrilevanti» (Fulci). Con Catherine (Catriona) MacColl, Paolo Malco, Ania Pieroni e Dagmar Lassander.

ore 21.00 Lo squartatore di New York di Lucio Fulci (1982, 91’)
«La polizia indaga sugli efferati crimini di un maniaco sessuale che uccida e mutila giovani donne piacenti, e sfida i tutori dell’ordine comunicando in anticipo, per telefono, il nome della vittima prescelta. […] Il film risulta alla fine poco più di un’esercitazione da mattatoio» (Fegatelli). «Ne Lo squartatore di New York la città rappresenta la paura collettiva e nello stesso tempo l’incubo di tanti individui soli» (Fulci). Con Jack Hedley, Renato Rossini e Andrea Occhipinti.