FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
QUALCHE IRRIVERENZA
Quand’era direttore del “Foglio”, Giuliano Ferrara ha scritto che bisogna mettere al bando i premi letterari ed è una proposta più che attuale. Si tratta della completa eliminazione di questi superati rituali con il loro carico di prosopopea accademica e di mercantilismo mal camuffato. I premi letterari servono, soprattutto, a far partecipare anche gli scrittori al processo di perequazione e distribuzione della ricchezza, che è uno dei cardini principali in una repubblica fondata sulla raccomandazione e sull’intrallazzo.
Tutti aspirano ad avere un’anima pubblica, un’anima manifesto. Si sta pensando di richiamare in servizio attivo anche vecchi dinosauri della politica purché abbiano qualità morali elevate e abbiano il “complesso di Giove”. La politica, ha detto un sagace politico francese, è l’arte di scegliere tra gravi inconvenienti. Il più grave inconveniente per il Pd è quello di non sapere con chi andare. La base, esigua, schiuma rabbia perché non spuntano più i soliti “cavalli di razza”.
La parola d’ordine è di oscurare, intiepidire, obnubilare, distrarre. Adesso, per ogni partito, in vista delle elezioni, si pone il problema di sbrigliare l’arruffato gomitolo delle candidature. Enrico Letta, nel partito, non ha seguito ma credito di serio collaborazionista della direzione. Al momento giusto è sempre respinto al mittente. Nel partito guardano all’illustre intellettuale come a un guastafeste per eccellenza.
Molto incensamento con qualche irriverenza; molta irriverenza impertinente. Questo è il modello di Bruno Vespa. Una formula paragonabile a quella che gli intellettuali adottarono nel ventennio per non passare guai e darsi in pasto all’opinione pubblica come uomini poco domabili e poco docili. Era ed è il solo modo di mantenersi alla staffa e non rischiare il posto.
MAURIZIO LIVERANI