di Maurizio Liverani
Si fa un gran clamore sulla Ferrari che Alfio Marchini ha scambiato con la Panda per proseguire la campagna elettorale senza far sfarzo di ricchezza. E’ singolare che questa rivelazione venga ingigantita per screditare il candidato alla carica di sindaco di Roma. Sorprende molto che proprio la sinistra segnali come riprovevole questo fatto; la ricchezza, oggi più di ieri, è trionfante nel suo mondo. Agli occhi del compagno il “danaro”, come scrive Massimo Bontempelli, “non è soltanto una forza, è una virtù. E’ vita necessaria, è il compendio e la sublimazione di tutte le altre virtù che fanno l’uomo degno dei suoi divini destini: il loro segno, il loro strumento. Senza quelle tutte le altre riescono infeconde e bastarde. Non riesco ad aver stima di coloro che non dispongono di molto danaro per la vita di ogni giorno”. Va ricordato che scriveva queste cose da comunista. Ricchissimo, proprietario di una famosa casa dentifricia, oltre che regista, era Luchino Visconti. Il facoltoso ha sempre aleggiato sulla società italiana. Gianni Agnelli è stato il prototipo cui i comunisti, dal quale ricevevano sostegno, guardavano con rispetto: ricco, bello, vincente nel calcio e con tanto fascino. La falce e martello ha perduto ogni incanto da quando, dopo la caduta del Muro, i “tavaric” (i compagni russi) si sono rivelati dei nababbi grazie alle loro capacità finanziarie; le loro squadre di calcio hanno vinto spesso la Champions League con tutti giocatori stranieri strapagati. I baroni del comunismo sono dei miliardari che scorrazzano per il mondo con i loro panfili. I compagni continuano a essere convinti che l’Urss sia stata un’entità astratta, incautamente armata dagli Stati Uniti senza l’aiuto dei quali l’Armata rossa sarebbe stata distrutta da Hitler. Quanto è accaduto a Marchini è un caso di portata irrisoria; viene ingigantito per pura propaganda politica. Questo fatto sta a indicare che la sinistra e chi si accoda a questa propaganda è in malafede.
Maurizio Liverani