di Barbara Soffici
Crisi, tensioni ed emergenze continuano ad accavallarsi in questa fine di settembre. La Capitale è stata messa sotto la lente d’ingrandimento a causa del suo innegabile declino, a causa della crisi che sta coinvolgendo tutte le aree di Roma e tutti i settori, compresi le infrastrutture, il commercio e il turismo. L’efficienza amministrativa è da tempo messa in discussione, tanto che il governo, dopo il rapporto del Ministero dello sviluppo sulla crisi economica della Capitale, ha convocato un tavolo con le istituzioni locali e le forze produttive per decidere un piano che superi le divergenze politiche che possa rilanciare Roma e possa ricostruire il rapporto di fiducia tra amministratori e cittadini/imprese. Ora si tenta di invertire la rotta puntando anche su metodi di produzione sostenibili, sull’industria 4.0 e sull’occupazione, in particolare sui tirocini e sulla ricollocazione dei lavoratori. Sarà necessario poi affrontare anche il problema dei servizi del Comune di Roma, anch’essi sotto accusa: si registra infatti una profonda insoddisfazione sia per il trasporto pubblico, sia per la pulizia delle strade e la raccolta dei rifiuti. L’altra emergenza è la sicurezza che dovrebbe essere garantita, di giorno e di notte, nelle strade della Capitale, soprattutto alle donne, vittime negli ultimi tempi di una serie di stupri. Ma le misure antiviolenza, le telecamere in rete, il potenziamento dell’illuminazione e i pattugliamenti, sembrano doversi scontrare con la burocrazia, con un mancato controllo delle aree per “accavallamento” di competenze: non è infatti ben chiaro, per esempio, se la vigilanza nell’area del Colosseo sia di spettanza del Comune oppure della Soprintendenza. A livello politico, in vista delle elezioni della prossima primavera, l’emergenza è quella di varare al più presto una legge elettorale. Cresce il malumore all’interno dei partiti: il Rosatellum bis porta alla ribalta nuovamente le coalizioni, moltiplicando così tensioni sia in vista di alleanze sia anche nelle ipotesi di scissione. Si assiste alla giostra a cui siamo abituati da tempo: è infatti ancora in forse il raggiungimento di un’intesa. All’interno dei partiti molti si chiedono se il centrodestra e il centro sinistra riusciranno a formare una coalizione “larga”, dato che i più favoriti dalla nuova legge elettorale sono proprio il centro e le ali estreme. I fuoriusciti democrat denunciano un nuovo patto tra Pd e Fi, mentre i grillini non approvano né le coalizioni né l’introduzione dei collegi uninominali che non li favoriscono; intanto però si preparano all’ipotesi di un governo M5s designando, con pochi voti, Luigi Di Maio come potenziale premier. L’emergenza del governo invece è la nuova legge di bilancio che dovrà essere trasmessa alle Camere entro il 20 ottobre. La manovra (15 miliardi di euro) punterà sulla cancellazione degli aumenti Iva, sulla riduzione (per i primi anni di attività) del 50% dei contributi versati dai datori di lavoro per i neoassunti (solo quelli con età inferiore ai 29 anni), sul rinnovo contrattuale pubblico e sul contrasto alla povertà.
Barbara Soffici