Ercole Patti esordì come critico della rivista “Tempo” con un articolo dal titolo “Sonno critico”. Quando da critico di “Paese Sera” lo accompagnavo alle visioni per la stampa, al posto di un “rabbioso silenzio” Ercolino – scrittore illustre, purtroppo dimenticato – si riconosceva il diritto di dormire in sala seduto nelle prime file. In una raccolta di recensioni, uscite durante il fascismo, Patti è citato a piè di pagina per il suo elogio all’”Assedio dell’Alcazar” di Augusto Genina, un film filofranchista sulla guerra di Spagna. “Ne scrissi bene – confessò lo scrittore – ma non mi sembrava a favore di Franco”. “Ma se dormivi sempre!”, lo rimproverò Mario Soldati.
Un compassato conduttore di trasmissioni televisive per far garrire la sua bandiera personale cercò di scatenare l’orda dei censori contro Federico Fellini per il film “Prova d’orchestra”. Disse: “Se non stiamo attenti a mettere ordine nel gran caos in cui vive il nostro Paese, potrebbe essere pronto un fascismo nero o un fascismo rosso”. Il presidente della Rai si prese una bella parte di critiche e di rimbrotti galoppando verso il traguardo della destituzione.
Ennio Flaiano (foto) castigava i vizi di una società che la politica “degradata” minaccia di consegnare a un nuovo, più perfezionato fascismo. Per sfuggire a una realtà cretinizzante, emigrava nel paradosso. A chi gli chiedeva perché non fosse comunista, prorompeva in un “Non ho mezzi”.
I compagni Cucchi e Magnani, accusati di essere fuggiti all’estero con la cassa del partito comunista, carica di rubli. Se fossero stati intercettati sarebbero stati accusati di connivenza con gli americani.
Le ruberie invalidano le diversità tra le varie formazioni e portano la politica a essere un fenomeno di invidia e di rabbia.
MAURIZIO LIVERANI
Commenti e aforismi tratti dalle opere di Maurizio Liverani e dai suoi recenti articoli