FATEMELO DRE
di MAURIZIO LIVERANI
QUANTO DOLORE… PER UN TAGLIETTO !
Un punto a favore della politica italiana sta nell’approvazione di un governo che sfugge a tutte le categorie ideologiche. Gli uomini che occupano il Parlamento sono stati presi dal panico; hanno avvertito che è nata l’urgenza di ridurre il numero dei deputati a vantaggio dell’erario. Giuseppe Conte non ha bisogno di un partito; il partito è “lui”. I partiti tradizionali plaudono, ma sono lividi perché con una prossima legge potrebbero essere eclissati. La verità è che nulla è caro ai notabili della nostra politica quanto ignorare ciò che fa comodo al Paese; vedono la democrazia come lotta, come competizione di gruppi. La portata morale delle idee retrostanti non conta. Conte è un primo esempio; costringe i partiti a fare i “figuranti”. La politica-politicante è pura zavorra. La nuova logica è, anzi, dovrebbe essere puramente amministrativa. Fino a oggi i partiti sono stati soprattutto inclini a coltivare il proprio orticello; sono dei parassiti. Cosa ci impedisce ora di sperare che i primi ministri riescano a non far risorgere il “porcaio” degli scandali d’Italia? Questo è un buon segno tra tanti cattivi segni. Anni fa il socialista Riccardo Lombardi rimproverava, molto prima della caduta del Muro, di servirsi dello scudo della Nato per proteggersi dalle interferenze sovietiche e dello “scudo crociato” per ottenere la legittimazione come forza di governo. Il padrone della Fiat considerava tipi che preludevano al berlusconismo scogli al progresso; non voleva che si sapesse che l’ideologia dei comunisti non era più il marxismo bensì “l’agnellismo”. Tutto coincideva con la strategia di Aldo Moro che voleva coinvolgere i comunisti nella gestione del potere. Adattandosi al teatrino parlamentare, emarginando l’area liberale, quello che diverge la sinistra dagli oppositori è la rapidità con cui la prima si è sempre avventata sulle varie greppie statali. Trecentosessanta parlamentari attendono di essere licenziati.
MAURIZIO LIVERANI