QUESTA FIDUCIA E’ SIMULATA

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
 
QUESTA FIDUCIA E’ SIMULATA

In assenza del boom economico accontentiamoci del boom ecumenico. Con questo inedito boom si invita a mettere in scena i protagonisti degli scandali mostrandoceli come giocolieri e maghi. L’Italia è tutta una tiritera di se. E’ rimasto inascoltato l’invito rivolto dallo scomparso Alberto Ronchey di far posto alla cultura; rinunciando alla ripetitività e a parlare di fascismo e di Resistenza si stimolerebbe l’invenzione degli autori. Nella televisione senza qualità si registra il fallimento professionale di molti giornalisti non compromessi con i partiti-pubblicitari. I film di qualità vengono relegati a notte fonda; alle ore predilette dal pubblico casalingo vengono offerti svaghi musicali, sempre gli stessi, o giochi a quiz. Tutto il mondo televisivo, soprattutto quello che vive sul canone, riceve l’immagine di un universo che va in rovina. Per l’ultimo film di Fellini sono stati stanziati miliardi di lire. Il grande regista è morto e onorato con funerali di Stato che non avrebbe mai voluto. Le penne di sinistra guadagnano facilmente il video e, secondo le norme della lottizzazione, svolgono il loro mestiere di vecchi attivisti. Quando parliamo di Rai parliamo di una istituzione a carico del contribuente. Se la fede gridata nel marxismo mette al riparo dal licenziamento e procura promozioni; se la sinistra offre grandi aspirazioni a piccoli cervelli, è lecito dedicarsi, al posto della dietrologia, alla “didietrologia” come fanno, per il boom ecumenico, tanti settimanali dal fiato corto.

I poeti e i letterati stranieri giunti in Italia si scagliavano contro i tiranni e i tirannelli perché da noi il popolo ha sempre anelato alla libertà cui il potere replicava con accidiosa indifferenza. Come ricorda G. B. Angioletti ne “I grandi ospiti”.

Gli italiani arrivano a fatica a vedere con la propria immaginazione i pericoli che gravano sulla nazione. Nelle loro orecchie risuonano, sempre più tranquillizzanti, le parole del Gattopardo: “Bisogna che qualcosa cambi perché tutto rimanga come prima”. Su questa speranza illusoria si basa la tenue fiducia che serpeggia nel Paese.

“La morte si sconta vivendo”. Con questo verso Ungaretti pensava certamente ai pensionati. Come scritta all’ingresso degli ospedali porremmo questa famosissima frase: “Muore giovane chi è al cielo caro”.

MAURIZIO LIVERANI

Aforismi e commenti tratti dai libri di Maurizio Liverani e dai suoi recenti articoli