QUESTA SEMBRA PURA FOLLIA

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
 
QUESTA SEMBRA PURA FOLLIA

Lo spirito della divisione soffia più che non si creda nel “compatto” fronte delle sinistre. C’è chi sta pensando di sostituire il refrattario Giuseppe Conte con Romano Prodi; una trasformazione che ricorda la metamorfosi del personaggio di Kafka in scarafaggio. A noi non interessa tanto accertare l’esattezza di questa informazione. Il nostro Paese è sempre stato prodigo di leader che da schiappine diventano, in un batter di ciglio, importanti uomini di Stato. Nicola Zingaretti ha l’aria spavalda e arrogante di chi ha l’incarico di ricaricare il pendolo della Storia. Accasandosi nei pressi del premier Conte è diventato più arrembante, sempre in prima fila della notorietà. E’ un simpatico frivolo e a un frivolo non si può chiedere coerenza. Il suo posto non è tra gli spiriti seri né tra quelli fatui, è stato sempre inquieto; ha inseguito la ribalta; ha scorto valori ovunque. In uno scatto di sincerità è arrivato a ripetere la regola degli italiani: tengo famiglia, nel momento in cui stando accanto al premier, può trovare spazio per i suoi rampolli. Non ha l’indole del saccheggiatore ma deve pur pensare all’avvenire. Stanco di interrogarsi sul “che fare?”, propone di creare un governo unico tra il Pd e il M5s, provocando lo sdegno del premier Conte. Non tentennerà più tra destra e sinistra, convinto, finalmente, che i partiti in Italia sono intercambiabili; è il loro modo di continuare a sopravvivere. Zingaretti si adatta facilmente ai tempi. Patteggia amabilmente con tutti; disdegna la rivolta per non conoscere la caduta. Senza la fede, ma anche senza quella nel gauchismo, perderebbe molti vantaggi. Ennio Flaiano di questi ne enumera alcuni nel suo “Frasario essenziale per passare inosservati in società”: “Sarete temuti e rispettati – ampie possibilità per il futuro – ammirazione del ceto borghese – facili carriere – impunità per delitti politici e di opinione – in caso disperato, alone di martirio”. Sentirsi sicuri mentalmente e materialmente, questo è il grande quesito, l‘unico e vero ideale dell’ex o non ex. “Tu es sacerdos in aeternum”, diceva quell’abate di Anatole France. Insomma, tutti divisi soltanto in una diversa visione del potere. Dopo tanti anni di attività politica, Zingaretti si presenta con grande candore (e con grande faccia tosta) pregno di avvenire. I politici come lui non hanno paura di “bruttificare” in un pateracchio. Si pone già al di sopra delle parti ma sempre al servizio del partito. La sua proposta sta a indicare che si cercano mille strade per utilizzare i compagni “stagionati” e accattivarsi la carta dell’illuminazione celeste. Zingaretti è un uomo politico tanto innamorato dei malanni esistenti al punto di desiderare di sostituirli con altri.  
 
 MAURIZIO LIVERANI