FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
La sconfitta dei partiti tradizionali è stata vista dagli italiani come una bella cosa perché ha permesso il successo di formazioni politiche nuove. E più bello ancora perché democristiani, socialisti, missini, repubblicani, ex comunisti si sono dissolti come nei film di fantascienza lo sono i mostri colpiti dal tiro di una pistola atomica. Matteo Salvini appare, ogni giorno di più, un capo fazione sicuro, non aiutato dal collega Luigi Di Maio persuaso che la Lega ha ormai messo radici salde nella società. Per impedire di allargare ulteriormente il consenso a Salvini, confida ancora nella possibilità di allearsi con il partito di Nicola Zingaretti. Il gioco è scoperto. L’importante per la sinistra è riconquistare gli ingranaggi del potere dissimulando, per accattivarsi simpatie e consensi, la tecnica del grimaldello teorizzata da Lenin il quale per primo disse che il comunista deve “essere pronto a tutto, a ogni astuzia, a ogni stratagemma pur di compiere la funzione assegnatagli dal partito”.
La liberazione dai mali del mondo non può avvenire in assenza della fede. I mali del mondo si vanno ingigantendo.
Il non credente non va incontro ad alcun anatema; è “bocciato” per mancanza di senso religioso e per la pretesa di voler edificare una morale soltanto umana.
Possiamo coltivare quaggiù la speranza, ma quaggiù non abbiamo una città divina stabile.
Affievolitasi l’illusione della protezione sovrannaturale, l’idea di uscire di scena è una fantasticheria positivista.
Se anche l’eternità si rivela un’illusione, ci attende anche nell’aldilà un supplemento di caos.
L’indolente cattolicesimo del democristiano di prestigio si scuote quando incalza una nomina.
Sotto il Cupolone non si teme più che il bisogno di fede si allei con il bisogno di pluralismo.
Un alone di beatitudine avvolge marxisti e castristi, “afflitti” da una forte idealità religiosa.
Il marxismo è penetrato anche nelle sale di San Pietro: è stato beatificato.
MAURIZIO LIVERANI
(Aforismi dai libri “SORDI RACCONTA ALBERTO”, “IL REGISTA RISCHIA IL POSTO”, “AFORISMI SOSPETTI” e “LASSU’ SULLE MONTAGNE CON IL PRINCIPE DI GALLES” di Maurizio Liverani)