QUESTO ANTIFASCISMO E’ DI COMODO

di MAURIZIO LIVERANI 


L’antifascismo è tornato di moda.  Di pari passo si risveglia il giudizio di Ferruccio Parri, il famoso Maurizio comandante del Fronte popolare. Lo disse a chiare lettere in un’intervista rilasciata al quotidiano “Il Giorno” definendo il richiamo agli alti ideali semplici sparate “da comizio” per distrarre gli italiani che avevano capito come i partiti, nati dalla Resistenza, inanellavano errori su errori. Erano gli anni ’60, l’antifascismo, esauritasi la temperie cruenta della Resistenza, voleva ridestare l’odio negli italiani che, confusamente, si sentivano un po’ tutti responsabili della catastrofe. In una seduta mondana fu ingaggiata una gara per definire il miglior paradosso sull’epoca in cui si viveva. Pier Paolo Pasolini se ne uscì con questo aforisma: “Entra il capo della Resistenza, saluta sua Eccellenza e si inchina a sua Eminenza”. Ennio Flaiano, quando gli chiesero: “Perché non sei comunista?”, rispose stizzito: “Come potrei se non ho mezzi?”. Si superò con un altro aforisma inalienabile: “Il fascismo è una trascurabile maggioranza che si distingue nel fascismo propriamente detto e nell’antifascismo”. Dopo il premio Strega, toccatogli con il racconto “Tempo di uccidere”, scrisse che il nostro Paese “ha il più alto quoziente di miliardari rivoluzionari”. Intanto Ferruccio Parri, disgustato da tanto volgare antifascismo, si dimise dal comunismo. Oggi, questo antifascismo (che fa sempre comodo a chi non sa governare) giova alla megalomania del grande capitale che non fa differenza tra destra e sinistra. Il vampirismo del qualunquismo si è avvinghiato alla Lega e attanaglia il M5s. 
 
 MAURIZIO LIVERANI