QUESTO E’ SOLO… DISORDINE MENTALE

di MAURIZIO LIVERANI

QUESTO E’ SOLO… DISORDINE MENTALE

E’ così noiosa la nostra politica che, per reazione, Enrico Letta ha deciso di essere un “partito a se stante”, cioè la guida politica di se stesso. Non abbocca che parzialmente all’esca del Pd, verso il quale i suoi rapporti sono di simil-repulsione. Così non sorprende che stia lavorando per scompaginare la triade (Di Maio, Conte, Salvini) al vertice del governo. Lasciandosi portare dal suo istinto, Letta vuole riaffermare la politica del Pd con la gherminella di strappare il premier Conte, che non ha partito, alla compagine al potere; diffidando degli ex democristiani, vede nella condotta del primo ministro un che di antigovernativo. Stando lassù, Conte come premier non ha mai deciso nulla e in cuor suo medita di addomesticare gli ardori di Salvini. In breve, Enrico Letta vorrebbe scalzare Salvini e Di Maio recuperando i suffragi sottratti al partito “coagulo” sinistra e democristiani. Per scardinare questo “obbrobrio” vorrebbe trascinare dalla sua parte Giuseppe Conte. L’incontro che ha avuto con lui ad Hanoi ha ridato speranza ai nemici della Lega, partito che, però, a ogni consultazione elettorale conquista voti confermando come al suo seguito ci sono cittadini scontenti e, soprattutto, diffidenti  dei politici “vaticanensi”. Il credente continua a restare credente senza votare – oibò – per il politico credente. Questa è la novità del momento.

La critica di un male è sempre pronta a capovolgersi in apologia. Si inocula un male contingente per prevenire un male esiziale.

Non si riesce a nascondere un panorama di rovine in cui l’incongruo, l’assurdo sono padroni assoluti del campo.

Gli oltranzisti della sincerità a oltranza fanno subito appello al culto e al rispetto delle forme quando la stessa sincerità è usata da altri, in opposizione a loro. In questi casi sgranano il rosario dei moralisti.

Si è classificati grandi se si lega il proprio nome al grande ideale dei nostri giorni: quello di essere scambiati per quello che non si è.

I “passionari” sono ormai stanchi di urlare; convinti della universalizzazione della colpevolezza, assolvono tutti.

Il trasformismo è stato per anni una droga che ha addormentato il senso morale favorendo ruberie e corruzione. La conseguenza, prevista e invocata, è stata, appunto, la disaffezione per la politica.

MAURIZIO LIVERANI 

(Dai libri “Aforismi sospetti” e “Il regista rischia il posto” di Maurizio Liverani)