Ci si è accorti che a furia di gomitate, Grillo avrebbe seminato d’inciampi la strada dei suoi “colleghi”. In questa battaglia, il comico genovese non possiede fiuto, intuito, tempismo e coraggio: soltanto insinuazioni e insulti.
Matteo Renzi ha la stoffa del capopopolo; chi gli si oppone ha la lacrimosità e il tremolio dei vecchi tenori politici.
Dicono che legga soltanto i giornali e, dopo averli discussi, ha scelto di andare a destra.
“Dal momento – come scriveva ne ‘I fogli di diario’ Carlo Cassola – che non si può fermare la decadenza e lo sfacelo dentro di noi, cambiamo qualcosa almeno con l’immaginazione e, in mancanza di questa, cambiamo partito”.
Ora che non si crede più in una ideologia, gli ex di destra e di sinistra coltivano soltanto ambizioni. Abbiamo un Parlamento di saltafossi.
Il trasformismo è una droga che ha spento il senso morale; per questo i vari ex, praticandolo, lo incoraggiano in tutti i partiti.
Le penne specifiche, non potendolo attaccare direttamente, hanno classificato Paolo Gentiloni tra gli uomini politici superiori, destinati a rigenerare la politica italiana.
Quando Sandro Pertini si congedò da questo mondo, non pochi che lo avevano a lungo blandito aprirono lo scatolone della maldicenza; da morto non era più un “cavallo di razza”.
Responsabili dello scadimento di Roma, i politici hanno tutto l’interesse a tacere; scagliandosi, però, con isterismo e rabbia contro chi li ha lasciati fare.
Che cosa può attendersi un trombato se non maltrattamenti?
