FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
RIMPASTI POLEMICI
Da anni, con amministratori di destra e di sinistra si è gridato che bisogna fare tabula rasa dei professionisti “partitici”. Si è arrivati a sostenere che per risolvere la battaglia alla disoccupazione bisogna togliere gli anziani dai posti che occupano per assegnarli ai giovani. Questo “levati di lì che mi ci metto io!” si dovrebbe praticare su scala nazionale. Questa cinica formula è la sigla dell’avvenimento che si annuncia; già dalle premesse, probabilmente, destinata al fallimento.
Tutti ci hanno fatto sapere di essere “contro” e di volere a ogni costo litigi e scontri, con il risultato di far fuggire inserzionisti e di infliggere danni irreparabili agli ascolti.
In Italia esiste un fenomeno strano. E’ vivo lo spirito dell’opposizione ma i partiti d’opposizione sono sottomessi e conservatori, polemici soltanto a parole.
Si è visto come l’irriverenza, pur esilarante e intelligente, non disturba il potere il quale spesso è così forte da trovare un sostanziale ossequio in chi lo deride.
La satira punge il pallone del potere politico perché non ci dia il panico, ma non lo sgonfia. Se il potente si indigna e arriva a invocare la censura vuol dire che siamo in una “democratura”, come uno scrittore slavo ha definito le finte democrazie.
Gli indignados, in Italia, rappresentano il “generale inverno”, la glaciazione dell’intelligenza e dello spirito. Il caricaturista non ama il potere ma neppure lo odia; gli è semplicemente indifferente… chi è oggetto della satira alla fine ci guadagna, diventa più simpatico, più umano.
La scelta di un “tecnico” è vista come ricorso a un salvatore della patria.
Nell’oceano delle negazioni gli esperti hanno già prodotto titoli come “strage delle illusioni”, “naufragio della speranza”, “l’inconveniente di essere nati” che rendono omaggio alla bonomia apocalittica di noi italiani. La cultura di destra e di sinistra, spalleggiando i partiti, ha sottomesso agli imperativi tecnologici il grande regno della fantasia, del sogno, dell’inconscio.
MAURIZIO LIVERANI