Queste elezioni regionali hanno indotto lo “stregone” parlamentare a pronunciarsi. Secondo lui non bisogna farsi irretire dalla psicologia di massa, ribellarsi alla piazza, tornare all’ovile. Avete mai parlato con un democristiano? Vi dirà che non è marxista, ma se ci pensa un po’ ti dirà che è democratico prima di tutto.
Vergognandosi del suo passato rosso, chi è di sinistra dirà che oggi è totalmente anarchico nell’accezione più nobile della parola. E, come anarchico, deve essere per forza artista.
La violenza deve essere soltanto “nera”; soltanto i fascisti la possono incarnare. Da questa convinzione discende il postulato che se un anarchico uccide un fascista, la sua mano è armata dalla legittima difesa.
Tutti possiamo essere accusati, come in un assurdo universo kafkiano, di colpe puramente ideologiche in un interminabile, distruttivo processo a catena.
Il distacco di una personalità di rilievo, che con dignità scende dal carrozzone, in altri tempi avrebbe creato clamore. Oggi è assorbito dal silenzio.
Le donne in politica, sia a destra che a sinistra, quasi sempre senza parere, vanno scrivendo una bella storia nella vita parlamentare italiana.
L’universo politico italiano ricorda l’antropofagia. Da quando è sceso in concorrenza con gli altri leader, Zingaretti si comporta come un cardinale che, pur vincendo diversi conclavi, non diventerà mai papa.
La sua relativa fortuna politica si è improvvisamente vanificata. L’interessato cerca invano di insistere proponendosi come esempio di serietà e rettitudine; alla scuola Dc si è nutrito di espressioni elevate.
Su Robespierre, Mirabeau disse: “Crede a tutto ciò che dice: andrà lontano”.
L’azione demolitrice del tempo è con lui riguardosa; per una sorta di daltonismo si vede nella galleria dei ritratti rappresentativi, con una chioma di capelli bianchi sempre più rada.
MAURIZIO LIVERANI
Aforismi e commenti tratti dai libri di Maurizio Liverani e dai suoi recenti articoli