ROMA VISTA DAGLI ARTISTI DELL’ ACCADEMIA DI SPAGNA

Roma è una città eterna, ma soprattutto è una città infinita che mette a dura prova anche la curiosità più insaziabile. La densità e i contrasti storici, vitali e sociali che si accumulano in ogni dettaglio urbano provocano nel soggetto moderno, nel soggetto Wikipedia, uno scontro con il rumore e il caos. Trovare un significato in ciò che si vede – e costruire l’identità di chi guarda – diviene un’operazione densa d’ansia e complessità.

Così inizia la relazione di uno dei 23 artisti residenti alla Real Academia de España che proprio il 23 giugno, in occasione dei 143 anni dell’Accademia, esporranno ed illustreranno i loro lavori di un anno di residenza nella Città Eterna. Città che li ha stimolati nel recupero di una memoria specifica, nell’approfondimento di un percorso critico, nella riflessione su un vissuto fugace (troppo fugace per cogliere a pieno le diverse sfaccettature della Roma Caput Mundi) in cui la Storia e la Cultura imperversano dominanti, a partire dal luogo che li ospita, la monumentale e incantevole cornice di S. Pietro a Montorio, sul colle del Gianicolo.

Un saggio, un’esposizione, un momento di incontro che intende celebrare anche la lunga ed intensa attività della prestigiosa Accademia che continua da decenni, con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri spagnolo, a dare ospitalità a talenti delle discipline più diversificate. Sotto l’egida dell’attuale “Directora”, María Ángeles Albert de León, a partire dalle 19 di gioveprossimo e alla presenza delle Istituzioni più affini, si darà vita ad un vero e proprio concentrato di cultura in cui, di persona, sarà possibile interagire con i creatori di progetti tanto innovativi quanto attuali, dal punto di vista concettuale, tecnologico e di argomentazione.

Dalla prosecuzione narrativa dell’Odissea ambientata, dopo Troia, nei lidi romani ad esperimenti teatrali che mirano ad esplorare i limiti dell’Auto Sacramentale con personaggi dell’opera originale di Calderón de la Barca che si mescolano a personaggi della società romana contemporanea; da percorsi digitali basati su tematiche vietate in epoca fascista a ricerche sui luoghi di cultura ricavati dalla trasformazione di spazi obsoleti o in disuso quali il Maxxi o il Maam; dagli scatti fotografici catturati all’uscita di numerosi after della capitale e corti sviluppati secondo la tecnica del “found footage” al film su Roma e sui Romani e i loro sensi di colpa; collage musicali che sintetizzano l’intero palinsesto artistico appartenente alla romanità e poesie sinfoniche composte a partire dalle innumerevoli camminate nei vicoli del centro storico, fino allo studio sullo spirito di collaborazione artistico-musicale tra le diverse accademie straniere a Roma e i suoi abitanti, progetto di una coesione simil-utopica che può restituire senso e dignità alla co-operazione interculturale europea. Questi alcuni dei lavori e delle tematiche che saranno presentati, ognuno frutto della visione dell’Altro su quello che Roma ha rappresentato e rappresenta tutt’ora. Un modo anche per cittadini o semplici amanti della città per allarmarsi o compiacersi, ma comunque esplorarsi ed autoanalizzarsi attraverso gli occhi indagatori di esperti talenti non così lontani dai nostri confini nazionali. L’ingresso è libero a tutti.