FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
SALVINI: “LITTLE TRUMP”
La grande stampa italiana sembra abbia una gran fifa a dare il giusto risalto alle notizie che riguardano il governo. L’ex stratega di Donald Trump, Stephen K. Bannon, ha mano libera nel mescolare le carte della politica europea. Ha inciso sull’alleanza tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio definendolo “un nobile esperimento”, con l’auspicio che potesse durare e consolidarsi. Lo affascinava la visione di due concezioni dell’economia che potessero allearsi. “Da una parte il salario minimo (Di Maio) dall’altra la flat tax (Salvini)”. Da ieri, dopo il voto alla Camera, si augura soltanto che Salvini divenga presto primo ministro del governo; la votazione lo ha deluso perché pensava che Di Maio si unisse alla Lega. La Lega ha prevalso da sola e la Lega sarà il partito egemone para-dittatoriale. Commento di Bannon: “Le nozze non sempre durano”. Abbiamo così la conferma di due convinzioni che nutriamo sull’attuale governo. La prima è che i giornali relegano nelle pagine di supporto le notizie di maggiore importanza; la seconda che Donald Trump è l’aulico faccendiere di quanto sta avvenendo nella politica italiana. Non ci sarà, probabilmente, più, in caso di elezioni, né una triade né un bi-governo, ma soltanto un mono-Salvini. Bannon ha confermato che Trump è il sostenitore di Salvini; è sicuro che il “grande Salvini” da una elezione uscirà vincitore assoluto. Per il leader leghista, Bannon ha un’ammirazione assoluta, mentre per Di Maio, dopo il suo viaggio in Cina, non è ha alcuna: “non è ancora pronto per la ribalta… che ingenuo”. Ci sarebbe Giuseppe Conte, e qui il discorso si fa incerto. A noi preme mettere in risalto il trumpismo di questo governo. “Noi, in America”, dice Bannon, “chiamiamo Matteo Salvini ‘Little Trump’”. Può darsi che le cose andranno diversamente tenendo conto che ci attendono elezioni dall’esito incerto. Conte è forte di un indice di approvazione del cinquantotto per cento mentre Salvini è al cinquantaquattro per cento. Bannon precisa che si tratta di una falsa equivalenza. Il voto sulla Tav sembra assecondare il gioco del capo leghista. In questa situazione è certo che l’alleanza è entrata in crisi. Le informazioni date da Bannon provano come l’Europa sia ancora sotto l’egida degli Stati Uniti.
MAURIZIO LIVERANI