SANTORO SI’, BENIGNI NO

di Maurizio Liverani

Non se ne sentiva la mancanza, ma considerandosi una sorta di uomo provvidenziale per la televisione si ripropone Michele Santoro. Il “rieccolo” è ancora ritenuto “uno dei nostri”, salariato dalla tivvù perché gli è stata riconosciuta, a torto, una sorta di suscettibilità da “spirito libero”. Si attribuisce la capacità di raggiungere il centro vitale delle questioni. I maligni sostengono che con le sue trasgressioni ha portato più voti a destra di quanti ne abbia orientati a sinistra. E’ stato messo in castigo per qualche tempo perché non ha obbedito ai consigli di Togliatti che impartiva ai suoi sudditti la consegna di non essere troppo polemici in video per non allarmare i benpensanti nel tepore delle loro case. Il vituperato omuncolo italiano va conquistato non con le intemperanze bensì con le blandizie. Una dote che, però, è venuta a meno. Santoro non ha più lo sprint della corsa ai vertici; c’era un buco nero da riempire e lo si è “richiamato in servizio”. Quando nel ’94 fu invitato dai dirigenti televisivi, il direttore della rete Tre lo poneva per qualità e dialettica di molte spanne al di sopra di Pier Paolo Pasolini. Fu coperto di improperi. Santoro come polemista somiglia ai fuochi di antracite che ha tutto servono fuorché a riscaldare. Fino ad ora dove è stato? E’ la domanda che ricorre anche per Roberto Benigni di cui era stata annunciata l’assunzione in pianta stabile, e considerato dal ministro della cultura di una genialità portentosa, proprio nel momento in cui al regista della “La vita è bella” si è inaridita l’ispirazione. E’ apparso in alcune premiazioni ai migliori film rubando tempo ai veri vincitori. Di suo portava sconfinati elogi del cinema ai quali non sta dando alcun contributo. Si è cercato allora di riempire il presunto vuoto lasciato dal comico toscano richiamando in “servizio attivo” Totò. L’unico e insostituibile capostipite della comicità italiana. Le apostrofi del principe De Curtis sono creazioni ancora oggi, c’è in esse un freno all’invettiva insieme a una dedizione all’intelligenza.

Maurizio Liverani