SCANDALUSIA

FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI

SCANDALUSIA

La paura attanaglia la politica italiana e il giornalismo che questa politica interpreta. Nelle loro asserzioni categoriche i capi dei partiti e le guide morali del paese sentono che le loro parole non sono piĆ¹ ascoltate. Sono, invariabilmente, accolte con diffidenza e con fastidio. Anche nellā€™apparenza esterna i politici riescono a fatica a nascondere la paura di un contestatore sgradevole che non scende nelle strade, che non strapazza i poliziotti, che non grida frasi fatte. Un contestatore non impegnato e non politico; invece lo ĆØ ma in modo del tutto diverso dal solito clichĆ© dellā€™impegno. Eā€™ un moralista autentico che ritiene responsabili dello stato attuale partiti, informazione e Chiesa. Il solo consapevole che il malcostume ha origini antiche. In Italia i cialtroni, per usare un termine corrente, sono tanti sin dallā€™immediato dopoguerra. Dopo la ferita del virus, si fa fatica a riconoscere chi non lo ĆØ. La conferma di quanto stiamo dicendo si trova nella ā€œDemocrazia mafiosaā€ di Panfilo Gentile e nella ā€œScandalusiaā€ di Ernesto Rossi, testi apparsi negli anni cinquanta e sessanta. Allā€™obiezione che la decadenza sia iniziata con la nascita della democrazia, presuntuosi dottrinari rispondono con una indispettita accusa di ā€œfascistaā€; se questa accusa viene replicata, svapora in una sorte di ā€œassenzaā€ dialettica e morale. Non potendo ripetere lā€™insulto di ā€œfascistaā€, ricorrono a quelli di ā€œreazionarioā€ o di ā€œanti-italianoā€ che consentono loro di ripigliar fiato. Da una societĆ  che ha come postulato supremo il benessere materiale era ovvio che nascesse questa ā€œscandalusiaā€ continua, piena di consapevoli e inconsapevoli parassiti. Il potere mediatico ĆØ in mano a una congrega che su ogni rete rappresenta la solita commedia dei dibattiti, delle polemiche, degli orientamenti del futuro che si fa sempre piĆ¹ incerto.
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MAURIZIO LIVERANI