Se ad Alberto Sordi fosse stato chiesto perché non si fosse mai espresso pubblicamente contro quella tirannia sistemizzata, codificata dall’”oppressione cattocomunista”, avrebbe risposto: “Che ce voi fa, noi italiani semo fatti così”. Finché la figura dell’”uomo nuovo” pregno di ideali – figura nata con la guerra civile – appagava gli animi, un tipo come Alberto Sordi non poteva sedurre che una parte degli italiani. Da quando il mito dell’”uomo nuovo” ha preso a deluderci, il personaggio di Albertone ha cominciato a conquistarci. Con la caduta delle illusioni, tenute in piedi con le stampelle della retorica, l’idea guida per vivere in questa Repubblica si incardina, da qualche tempo, su “Tolo Tolo” con il quale l’”uomo nuovo” cessa di ossessionare e di turbare. Gli italiani sembra l’abbiano preso a modello; il sipario è calato su i “vitelloni”, esaltati a parole ma esecrati con il loro comportamento cinico. Nel “vitellone” si ridestava trionfante la figura del furbo. Da quel momento il personaggio Sordi si eresse davanti a noi e ai nostri flebili aneliti idealistici, con ghigno beffardo. Oggi il “sordismo” represso riesplode distruggendo quel personaggio. Il continuismo del cinismo nazionale è passato a “Tolo Tolo”; non c’è stato conflitto, Checco Zalone (Tolo Tolo) ci riappacifica con noi stessi. L’insegnamento di ideologie e fedi ispirato a propositi d’alta moralità che copriva il cinismo nazionale si è vanificato di un soffio. Per clonazione, non per imitazione, la quintessenza del furbo è riuscita a sopravvivere con il suo io cinico. Zalone ha messo a disposizione di “Tolo Tolo” tutta la sua disinvoltura morale. Con la sua voce e il suo volto sa rendere una leccornia anche un detersivo. Si è rivelato genuino; ha frugato nello stesso “cesto di valori” riconducendoli al loro stato “greggio”. Non c’è da meravigliarsi che l’italiano ammetta, clamorosamente, di aver simulato di avere ideologie inscalfibili e, denudando la sua vera essenza, corra al cinema per ridere di se stesso. “Tolo Tolo” segna il requiem per l’impegno, per tutti quei valori declamati surrettiziamente. La diga del conformismo ha larghe fenditure; Zalone – Tolo Tolo si rivela un autore che non si adatta al clima politico in cui le teste delle moltitudini si intorpidiscono nella stessa sonnolenza. Si è accorto del fallimento di tante attese.
SE LA RIDE DELL’IMPEGNO
FATEMELO DIRE
di MAURIZIO LIVERANI
SE LA RIDE DELL’IMPEGNO
MAURIZIO LIVERANI