di Maurizio Liverani
Silvio Berlusconi è uno strenuo sostenitore delle qualità di Guido Bertolaso. Di lui si potrebbe fare un grande sindaco di Roma, ma c’è un che che lo intriga. Il simpatico indossatore di indumenti da fatica e l’invisibilità di Alfio Marchini potrebbero facilmente accordarsi. Tra i due c’è più di un punto d’incontro; conoscono entrambi le brutture della più bella città del mondo -”Caput immundi”. Le divergenze tra i due sembrano insignificanti. C’è che Alfio non ha l’aria del “clochard”, usata invece per comodità da Guido. Oltre alle attitudini che gli vengono riconosciute (ma non apprese né a destra né a sinistra) Marchini è un “ateo politico”; trascende il consueto carattere romanesco. “Volemose bbene”, “Damose da fa’”, “Qui non c’è trippa pe’ gatti”, “I romani so’ i mejo fichi del monno”. Oltre a buoni studi e un’ottima attività di imprenditore, è andato a sciacquare i panni nell’Hudson, il fiume che attraversa New York e si è messo in rilievo nella bella società newyorkese. Trova la propria essenza fuori dall’oratoria retorica che cerca tutti gli effetti pur di carpire uno straccio di emozione. Non so se intenzionalmente sia riuscito a creare una certa immagine di se stesso, un’accettazione di una personalità simpatica da attore cinematografico, arrivando quasi a creare, con poche apparizioni, un personaggio che incuriosisce. Comincia a fare addirittura proseliti tra gli attori di Hollywood. Alcuni promuovono, pagati lautamente, prodotti tecnologici come Bruce Willis o come Antonio Banderas che sponsorizza merendine. Anche George Clooney, che ha antenne sveglie, sere fa, in poltrona, ha parlato come un candidato alle prossime elezioni presidenziali americane. Parola ferma, eloquio suadente, gambe accavallate, sembrava il connubio tra Bill Clinton e Obama. Già si mormora che un’amicizia con Alfio lo spinga alla Casa Bianca quando il suo viso avrà le fattezze di un melone. Comincia sin d’ora ad esercitarsi nell’oratoria della politica tradizionale yankee dicendo che la nostra civiltà, o inciviltà, deve riprendersi la gloria passata (ma quando? ndr). Insomma, per farla breve, ha orecchiato la tecnica di Marchini che Berlusconi vorrebbe tanto nelle sue fila, al punto di aver fatto sapere di aver votato “no” al referendum sulle trivelle. Sta scoccando l’ora del divo nella storia mondiale: facce hollywoodiane come ai tempi di Reagan, non bravo attore ma ottimo sulla scena politica.
Maurizio Liverani