SEDICI STORIE METROPOLITANE

SEDICI STORIE METROPOLITANE

Regista e scrittore Zagari offre al pubblico una satirica ed elegantissima interpretazione della vita, con la complicità di 16 personaggi in 16 storie. Sedici personaggi, sedici storie, sedici vite s’intrecciano in una amara quanto vitale commedia metropolitana. Al suo terzo romanzo – “Soli, bastardi e sentimentali” (Mds editore) – Paolo Zagari, regista, autore televisivo, giornalista, critico cinematografico, ricorre a una forma espressiva tipica del cinema, la soggettiva, per narrare da “dentro” le azioni e i pensieri dei protagonisti. Sono vite colte sul fatto, uomini e donne che si raccontano in diretta esattamente nel preciso momento in cui accadono gli avvenimenti. Una tecnica narrativa complessa ma non fine a se stessa, usata per cogliere quel flusso vitale che muove il destino dei protagonisti. Seguendo questa sorta di realismo interiore, che non prevede giudizi morali, gli eventi si sviluppano e sovrappongono come nell’andamento di un Bolero.  Dopo l’anteprima alla Fiera del Libro “Più libri, più liberi”, dal primo Febbraio 2020 alle ore 18, parte nel cuore di Roma, al Teatro Manhattan, un tour-presentazione del libro; un modo giocoso e irriverente per conversare sulle tematiche sollevate dal testo e nello stesso tempo girare in lungo e in largo l’Italia, con una sola arma: la parola. Per questa prima data, oltre l’autore e la casa editrice, interverranno: Elisabetta Reale, giornalista; Massimiliano Griner, storico e autore televisivo;Enrico Petrelli, produttore e discografico, Michele Vitiello, regista e ideatore di In punta di donna.Coordina Niccolò Carosi.
Soli, Bastardi e Sentimentali” è la fotografia di un mondo, un mondo esteriore e un mondo interiore. Anzi, molte fotografie di molti mondi. Un affresco di una classe sociale media fluida. Un romanzo spiazzante e intenso, pieno di giudizi netti e sferzanti, senza nessuna concessione al politicamente corretto, eppure mai davvero giudicante. Le vicende dei numerosi personaggi coinvolgono e convincono, le loro turbolenze amorose, lavorative, umane, sono narrate attraverso monologhi interiori incalzanti, in una scrittura ricca di sensibilità empatica, che riesce a passare disinvoltamente da un punto di vista all’altro, permettendo l’immedesimazione nella psicologia e nelle vicende di chi di volta in volta racconta. Un invito ad ascoltare quelle voci e comprendere i dettagli dei vari ambienti descritti, la nuda realtà dei mondi di ciascuno, esteriori ed interiori, appunto. E poi ci sono i nomi, elemento essenziale. Ripetuti, i nomi e i cognomi, in maniera quasi ossessiva. La tensione che si crea di capitolo in capitolo non si allenta mai, dalla cena iniziale fino alla fine, un anno dopo, quando la cornice è completa e il cerchio si chiude con la cena che riunisce i personaggi ancora in vita, con i resti delle vite di ciascuno, e con l’idea che, almeno per qualcuno, qualcosa sia migliore, o per lo meno, non più la stessa.”